E’ tornato l’inverno:
forse non soddisferà tutti gli amanti del freddo e della neve, ma quella che stiamo vivendo va annoverata senza ombra di dubbio in un quadro invernale tipico delle medie latitudini. La neve è comparsa a quote decisamente basse in diverse regioni, nelle colline appenniniche settentrionali – specie tra Toscana ed Emilia Romagna – gli accumuli sono ingenti. La neve sta cadendo copiosa nella pianura emiliana e altra ne cadrà nelle prossime 48 ore. Tra giovedì e venerdì, lo vedremo poi nel dettaglio, l’aria fredda si propagherà verso sud e non mancherà occasione per delle precipitazioni nevose a quote collinari.
L’origine del freddo:
le dinamiche sono state ampiamente descritte in vari approfondimenti, ma è bene rammentarlo. Il nucleo gelido proveniente dall’Artico Russo, scivolato lungo il bordo orientale della cellula anticiclonica Scandinava, si è fuso con un’ampia depressione nord atlantica. Lo scontro è avvenuto nel cuore dell’Europa, dopodiché parte della massa artica è affluita nel Mediterraneo dalla Valle del Rodano. Un altro impulso, più consistente, della stessa natura, giungerà nelle prossime 48 ore e alimenterà una struttura ciclonica foriera di maltempo.
Riappare l’Atlantico:
quale occasione migliore per copiose nevicate nelle pianure del nordovest? Tra sabato e domenica giungerà un’altra perturbazione, ma stavolta verrà da ovest e sfrutterà l’accumulo d’aria fredda nei bassi strati. Le classiche nevicate da addolcimento interesseranno le regioni nordoccidentali, con accumuli localmente copiosi. L’origine della perturbazione ci fornisce ulteriori indizi sulle temperature, che tenderanno ad aumentare in modo significativo su tutte le regioni.
Mix Artico-Atlantico persistente:
la prossima settimana si preannuncia perturbata, a tratti fredda e con altre occasioni nevose a bassa quota. Ma da cosa deriva la miscela “esplosiva”? Riteniamo che la causa sia lo Stratwarming, sul quale torneremo a breve. Assisteremo all’espansione delle masse gelide continentali sull’Europa centro orientale, ma il cammino verso ovest sarà ostacolato dalle correnti atlantiche associate al lobo Canadese del Vortice Polare. Le depressioni che arriveranno da occidente si caricheranno di aria fredda e una discreta ondulazione del getto determinerà lo sfondamento delle aree cicloniche sul Mediterraneo.
L’Anticiclone delle Azzorre:
nelle ultime emissioni modellistiche abbiano notato una maggiore incisività delle spinte dinamiche verso nord, che pur stoppate dalla vigoria del Vortice Canadese, riusciranno a determinare discrete ondulazioni del getto d’alta quota (Jet Stream). E’ questa la causa principale che consentirà alle suddette depressioni di giungere alle nostre latitudini.
Interessanti movimenti a lungo termine:
non si vuole illudere nessuno, sia chiaro, ma le code dei modelli iniziano a fiutare un rallentamento del Vortice Canadese e una conseguente voglia di rivalsa dell’Anticiclone delle Azzorre. Nel contempo persisterà una cellula anticiclonica sulla verticale del Polo, mentre il gelido lobo Siberiano andrà ad accrescere il potenziale dell’Alta Russo-Siberiana. Elementi che potrebbero determinare una ulteriore svolta invernale nell’ultima decade di gennaio, ma al momento si tratta di ipotesi e come tale devono essere considerate.
Focus: evoluzione sino al 29 gennaio 2013
Come detto durante le prossime 48 ore transiterà un nuovo impulso artico accompagnato da condizioni di maltempo su molte regioni. Ci aspettiamo altre nevicate a bassa quota nelle regioni centrale, in estensione verso il sud. Neve a quote pianeggianti interesseranno l’Emilia. Dopodiché ci sarà un temporaneo miglioramento, ma sabato arriverà una perturbazione atlantica che provocherà condizioni di maltempo a partire dal nordovest – con neve in pianura – in Sardegna e nelle regioni tirreniche. Le temperature aumenteranno a causa dei venti sciroccali, rialzo che domenica interesserà tutte le regioni relegando le nevicate a quote medio-alte.
Successivamente sembra realizzarsi, entro metà della prossima settimana, un altro peggioramento associato ad un calo delle temperature e quindi ad altre nevicate a bassa quota nelle regioni centro settentrionali. Trend che sembra consolidarsi a lungo, probabilmente fino alla conclusione dello step previsionale.
Evoluzione sino al 03 febbraio 2013
Le interessanti manovre indicare in precedenza potrebbero prendere corpo sul finire del mese, ma data la bassa predicibilità dell’ultimo periodo sarà bene seguire l’evoluzione passo dopo passo.
In conclusione.
Siamo entrati in una fase decisamente dinamica, tipica dell’inverno alle nostre latitudini. Quel che emerge è comunque un trend invernale in consolidamento, i cui effetti potrebbero rivelarsi più marcati del previsto.