Settembre dai due volti:
ora che il mese sta per concludersi, possiamo stilare un sommario bilancio sulla base di percezioni oggettive e soggettive. Nella prima metà ha prevalso l’instabilità atlantica, capace sovente di genere violentissimi temporali e innumerevoli nubifragi. La seconda, al contrario, ha goduto della benefica vicinanza di un poderoso campo anticiclonico che gradualmente si avvalso della matrice calda nord Africana. Ed ecco spiegati, rapidamente, gli scampoli estivi degli ultimi giorni.
In balia dei nubifragi:
quel che preoccupa, lo si è detto innumerevoli volte, è la frequenza con la quale si ripetono certi eventi atmosferici. L’intensità dei fenomeni, eccessiva, è ascrivibile alla rapida alternanza tra ondate di caldo e incursioni d’aria fresca. L’ultimo esempio in ordine di tempo è l’attuale: dopo l’assalto africano, che ha fornito energia suppletiva ad un Mediterraneo già caldo di suo, è giunta una vigorosa perturbazione e il risultato è sotto gli occhi di tutti. L’enorme contrasto termico genera grosse celle temporalesche, a loro volta capaci di scaricare al suolo ingenti quantitativi di pioggia nell’arco di pochissimo tempo. Fin tanto che le acque dei nostri mari non avranno dissipato l’energia potenziale immagazzinata in Estate, dovremo sopportare altre violente ondate di maltempo.
Dal caldo al fresco:
pocanzi s’è accennato alla rapidità con la quale si passa dal caldo al fresco. E viceversa. Or bene, la sfuriata perturbata attuale sta determinando un generale calo delle temperature e presto si tornerà su valori più consoni alle medie stagionali. Flessione destinata ad acuirsi nei prossimi giorni, quando sull’Italia affluirà aria ben più fresca dall’Europa orientale. La diminuzione riguarderà maggiormente le adriatiche e il Sud Italia, laddove si potrebbe addirittura scendere un pochino al di sotto della norma. Insomma, un bel balzo nel vuoto che condurrà verso le prime “vere” sensazioni autunnali.
L’altalena termica:
stiamo dando ampio spazio al profilo termico perché tramite esso è possibile comprendere il tipo di impianto circolatorio, o se preferita la dinamica barica, prevalente. Da ovest, difatti, si riaffaccerà un promontorio anticiclonico africano che implementerà un rialzo termico improvviso e repentino. C’è da dire che un grande contributo in tal senso verrà dato probabilmente dai venti meridionali innescati dall’avvicinamento di una nuova perturbazione.
Onda su onda:
perturbazione, di origine atlantica, che giungerà in Italia a seguito di una chiusura anticiclonica sulla Penisola Iberica. L’ondulazione delle correnti d’alta quota, evidente, dovrebbe accompagnarci anche nella prima decade di ottobre. Che significa? Tradotto in soldoni, che molto probabilmente assisteremo ad una spiccata variabilità autunnale fatta di temporanee rimonte anticicloniche e intermezzi instabili-perturbati più o meno consistenti.
Occhio al nord Europa:
il risveglio del Vortice Polare potrebbe sbloccare la situazione. In che modo? Beh, l’intensificazione dell’attività ciclonica sul nord Atlantico dovrebbe impedire al flusso zonale di gettarsi troppo a sud e di conseguenza verrebbero meno quelle condizioni ideali per eventuali rimonte anticicloniche di matrice subtropicale. Insomma, all’orizzonte s’intravede una netta – oltre che naturale – accelerazione della stagione autunnale.
Focus: evoluzione sino al 13 ottobre 2013
Da martedì e fino a giovedì avremo un netto miglioramento del tempo, avremo quindi delle schiarite ampie e prevalenti. Tuttavia avremo a che fare con una crescente ventilazione orientale, che come detto arrecherà un ulteriore calo delle temperature. Situazione destinata a mutare rapidamente da venerdì, quando un nuovo fronte perturbato proveniente da ovest determinerà un peggioramento nelle regioni nordoccidentali e sulla Sardegna. Perturbazione destinata a scivolare verso sud nelle successive 48 ore, convogliando i fenomeni anche nel resto d’Italia.
Esaurita l’azione ciclonica, è presumibile un nuovo temporaneo miglioramento. Temporaneo perché, come detto, la vivace variabilità autunnale ci terrà compagnia presumibilmente per tutta la prima decade d’ottobre. A fine step, invece, l’impianto circolatorio potrebbe cambiare proponendoci la nascita di quell’imponente figura ciclonica tipica del semestre freddo: il Vortice Polare.
Evoluzione sino al 18 ottobre 2013
Da valutare, riprendendo in mano le ipotesi dei precedenti approfondimenti, una prima sfuriata artica tardo autunnale nei pressi di metà mese.
In conclusione.
La stagione autunnale, che sembrava essersi imbattuta in un ostacolo anticiclonico difficilmente sormontabile, sembra volersi riappropiare della scena. E stavolta in modo definitivo.