Ferita ciclonica di lunga durata:
lo sapevamo, perché le previsioni indicavano un difficile riassorbimento di quell’ampia lacuna ciclonica scavatasi a seguito della prima incursione artica sull’Europa occidentale. La depressione, dopo aver apportato condizioni meteorologiche del tutto eccezionali per via del freddo fuori stagione, si è espansa sulla Mitteleuropa causando violentissimi temporali e piogge torrenziali. Il ramo meridionale è sprofondato sul nord Africa, scavando un vortice ciclonico attualmente in rotta sul centro sud del nostro Paese.
Nubifragi e temporali ancora protagonisti:
inizialmente furono le regioni settentrionali a dove patire i maggiori effetti dell’incursione ciclonica. Il sud, al contrario, risentì di una moderata influenza stabilizzante africana. Ora la situazione s’è capovolta. Sulle regioni settentrionali possiamo apprezzare ampie schiarite, mentre altrove si registra un graduale peggioramento. Quel che sorprende, ma non più di tanto visto l’andazzo, è l’intensità che continueranno ad assumere le precipitazioni. Anche stavolta avremo a che fare con violenti temporali, grandinate e veri e propri nubifragi.
Si passa all’Artico:
se la prima irruzione ha trovato terreno fertile sull’ovest Europa, la seconda attecchirà a ridosso dell’Italia. Il nucleo freddo, già in procinto di investire il Regno Unito, verrà deviato ad est dal graduale rinforzo dell’Alta delle Azzorre in sede iberica. Purtroppo il calo barico in atto in queste ore non farà altro che fungere da calamita verso la massa d’aria fredda che pertanto potrà inserirsi sui nostri mari causando un nuovo peggioramento.
Diminuzione termica eccezionale:
nei prossimi giorni, segnatamente sul finire della settimana, in molti si domanderanno se sta per giungere l’inverno. La portata dell’irruzione è sbalorditiva, tant’è che sentiremo parlare di nevicate a quote a dir poco inusuali in molte Nazioni europee. Da noi il calo termico sarà sostanziale e talune località raggiungerà punte di oltre 10°C in meno rispetto agli attuali valori. Non a caso si rivedrà la neve non soltanto sulle Alpi, anche sulla dorsale appenninica centro settentrionale.
Arriva l’estate:
dal punto di vista astronomico dovremo attendere l’ultima decade di giugno, mentre secondo la nomenclatura meteorologica l’esordio avverrà il 1° di giugno. Lecito, a questo punto, domandarsi quale sarà lo scenario barico prevalente. Beh, dopo aver osservato i vari modelli – specie quelli che ci consentono di spingerci così in là nel tempo – le prospettive sono tutt’altro che rosee. Sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo, che altre depressioni provenienti dal Circolo Polare Artico siano in grado di stabilirsi sull’Europa occidentale estendendo il proprio raggio d’azione sin sul Mediterraneo.
Instabilità persistente:
ciò significa che anche i primi di giugno potrebbe risentire, più o meno pesantemente, degli apporti instabili provenienti da ovest/nordovest.
Focus: evoluzione sino al 04 giugno 2013
Si sta aprendo una parentesi di severo maltempo che coinvolgerà, come detto, le regioni centro meridionali. Le precipitazioni risulteranno localmente intense, a carattere temporalesco, e accompagnata da forti venti. I mari meridionali diverranno burrascosi e non mancheranno delle mareggiate sui litorali opposti. Nel frattempo osserveremo nubi in aumento sui confini alpini, laddove comincerà ad addossarsi il fronte d’aria fredda. Aria fredda che farà il suo ingresso nel Mediterraneo dalla Valle del Rodano, apportando un peggioramento e un significativo calo termico nella giornata di sabato. Seguiranno condizioni di residua instabilità e un clima che si potrà tranquillamente definire autunnale.
Temperature che riprenderanno ad aumentare, rapidamente, non appena si attenuerà la ventilazione settentrionale. Appariranno le schiarite, ma sui rilievi non mancherà occasione per la manifestazione di ulteriori episodi temporaleschi. Instabilità che potrebbe rinvigorirsi a cavallo tra fine maggio e inizio giugno, quando pare che altri impulsi perturbati da ovest possano sbarcare sulle nostre regioni.
Evoluzione sino al 09 giugno 2013
Le prospettive che indicavano un netto miglioramento nella prima decade di giugno, discusse nel precedente articolo, sembrano svanire. Tuttavia considerando l’ampio range temporale, è difficile stabilire se prevarrà la stabilità o invece insisteranno incursioni perturbate atlantiche.
In conclusione.
Sicuramente ricorderemo questa primavera come una delle più instabili degli ultimi decenni. Ora si attende con impazienza l’estate, perché diciamolo, un po’ di sole e di caldo sarebbero ben accetti.