Se c’avessero detto che il fresco sarebbe giunto così dirompente, non c’avremmo creduto. Ma il bello della meteorologia è proprio là, nell’imprevedibilità. Il caldo, estenuante, sembrava dovesse proseguire. Un mese di temperature elevate, giorni e giorni d’afa. Spesso è stata colpa dell’Anticiclone africano e prima che la perturbazione venisse a trovarci, c’ha fatto penare. Certo, magari fanno più notizia i 40 gradi, l’anno scorso di questi tempi eravamo alle prese con una delle più forti ondate di calore degli ultimi decenni. Anche allora fu colpa dell’Africa, che quasi scordatasi della propria appartenenza, si diresse in Italia come un treno. I termometri raggiunsero valori inusitati, lo Scirocco spirò con forza al Sud e nelle Isole. Ma fu un caldo torrido, estremamente secco, sembrava quasi d’essere nel deserto.
Quest’anno, almeno sinora, le cose sono andate diversamente. Oltre al caldo c’è stata l’umidità, alta. Quando l’aria è così ricca di vapore, i valori percepiti crescono e anche se la colonnina di mercurio si ferma al di sotto dei 40°C, il nostro organismo li percepisce ugualmente. Da fine Giugno è trascorso un mese e solo ieri, in tutta Italia, il calo termico ha assunto portata significativa. I venti da nord hanno portato il fresco, quel fresco tanto desiderato. Sono arrivati i temporali e sapevamo che le forze in gioco erano talmente contrapposte che le precipitazioni sarebbero potute cadere con forza. Non ci siamo stupiti, quindi, quando si è appreso che in molte regioni si sono abbattuti nubifragi, grandinate, trombe d’aria. Fenomeni che non hanno lesinato danni e di questi, sinceramente, ne avremmo fatto volentieri a meno.
Cos’è accaduto? Lo ricordiamo. E’ giunta un’area di Bassa Pressione alimentata da aria particolarmente fresca. Ora staziona tra l’Italia e i Balcani e nei prossimi giorni s’avvarrà di ulteriori rifornimenti da nord. Tuttavia basterebbe spostarsi in Spagna per rendersi conto che là, non distante da noi, gravita una propaggine anticiclonica che proverà ad allontanare la struttura perturbata. Ci riuscirà? In parte. Nel fine settimana, lo si è detto in apertura, ci sarà un miglioramento e le temperature riprenderanno a salire. Non sarà certo una crescita eclatante, però tornerà a far un po’ caldo. Le massime andranno spesso al di sopra dei 32 gradi e punte di 33/34 gradi potranno registrarsi nelle Isole, in Puglia e nelle aree interne delle Centrali tirreniche. Una crescita che si manifesterà sin dal giovedì, quando le correnti – anche se temporaneamente – si disporranno dai quadranti meridionali.
Tra venerdì e sabato il tempo sarà bello, prevarrà un abbondante soleggiamento. Il maggiore riscaldamento potrebbe incentivare la formazione di locali annuvolamenti sui rilievi e in modo particolare sull’Appennino meridionale. Con circoscritti episodi temporaleschi.
Prima però dovremo attraversare gli altri giorni settimanali. Domani e dopo insisterà una vivace variabilità diurna, che condurrà verso numerosi episodi temporaleschi sui rilievi. Nelle Alpi, sulle Prealpi, lungo la dorsale appenninica e nelle zone interne delle Isole Maggiori. Non solo. Qualche fenomeno potrebbe dirigersi sulle coste e qualche altro manifestarsi fin dal mattino. Dove? Per esempio domattina potrebbero verificarsi dei rovesci sul Levante Ligure, in Lombardia, in Emilia e sulla pianura Veneta. Al pomeriggio qualche temporale potrebbe propagarsi verso i litorali campani e sul Salento.
Mercoledì è vero, ci sarà un po’ più di sole. Però di sera sembra profilarsi un vivace peggioramento temporalesco sulle Venezie, che andrebbe a protrarsi durante la notte e nelle prime ore del mattino di giovedì. E sempre giovedì mattina l’instabilità coinvolgerebbe anche la Romagna, le Marche e l’alta Toscana.
Da venerdì, come detto, si dovrebbe affacciare una propaggine anticiclonica e il tempo migliorare. E’ probabile che a questo punto vi stiate domandando se il bel tempo durerà, se farà caldo, oppure se tornerà qualche altra perturbazione. Possiamo dirvi che i Modelli indicano l’isolamento di una vastissima struttura perturbata sull’Europa centro settentrionale. Una dislocazione diversa dalle scorse settimane, quando in zona agiva un coriaceo campo anticiclonico. Lo scenario non depone a favore di una stabilità duratura, ma non è escluso che così ubicata sia in grado di strutturare nuove fiammate africane in seno al Mediterraneo. Staremo a vedere.