Piogge, piogge e ancora piogge:
si è passati dai nubifragi del Piemonte, alla grandine devastante su Modena e Verona. Dal tornado dell’Emilia, alle furiose grandinate abbattutesi in altre regioni tra le quali menzioniamo la Sardegna, la Campania e la Puglia. Normalità stagionale? Beh, non proprio. Certo, le sfuriate temporalesche possono capitare, soprattutto in un mese come quello di maggio contrassegnato da contrasti termici crescenti. Ciò non toglie che quel che stiamo osservando ultimamente è ben lungi dal potersi annoverare nella normalità primaverile.
L’estremizzazione climatica:
lo abbiam detto più volte: non possiamo non accorgerci di come e quanto stia cambiando il clima. Anni fa, benché qualche fenomeno estremo potesse accadere, per leggere notizie riguardanti grandinate devastanti o tornado, si doveva varcare l’Atlantico per dirigersi negli Stati Uniti. Oggi, invece, non solo basterebbe scavalcare le Alpi o il Mediterraneo, spesso basterebbe restare all’interno dei confini italiani. Non è questa la sede più opportuna per affrontare, obbiettivamente, un discorso così complesso come quello legato ai cambiamenti climatici. Tuttavia, consentiteci di dirlo, alla luce degli eventi succitati sarebbe bene aprire gli occhi su quello che potrebbe rivelarsi un nuovo trend climatico.
Inizio maggio tra alti e bassi:
sta per concludersi la prima settimana e il bilancio, al momento, non è certo positivo. Le sole regioni che hanno goduto del bel tempo – quale appendice della rimonta anticiclonica africana di fine aprile – sono state quelle meridionali e la Sicilia. Altrove, invece, crescenti apporti d’aria fresca hanno contribuito ad innescare fenomeni temporaleschi particolarmente violenti. L’intensità dei temporali, lo ripetiamo, nasce dal contrasto tra masse d’aria di diversa estrazione: nello specifico gli spifferi freschi contro l’aria caldo-umida preesistente. Anche lo scenario dei prossimi giorni, che molto probabilmente ci traghetterà verso la conclusione della prima decade, vedrà alternarsi ampie schiarite ad improvvisi acquazzoni.
Il braccio di ferro tra Africa e Atlantico:
se ne parlò nel corso del precedente editoriale, quello del venerdì, ma crediamo sia importante riprendere l’argomento perché quel che emerge dall’analisi modellistica odierna è la netta contrapposizione tra i due diversi tipi circolatori. L’Anticiclone Africano, che sino alla scorsa settimana stazionava tra il nostro sud e l’Europa orientale, si sta suddividendo in due tronconi per l’inserimento della goccia fredda proprio sul nostro Paese: una parte continua ad interessare il settore sud orientale europeo, l’altra parte sta prendendo possesso della Penisola Iberica. Ed è quest’ultima che dovrebbe rivelarsi fondamentale verso le sorti meteorologiche dell’Italia. Vediamo il perché.
Atlantico pigliatutto?:
Potrebbe sembrare paradossale, considerando che pocanzi abbiamo rimandato al presente paragrafo per svelare le influenze anticicloniche subtropicale sulle nostre regioni. Ebbene, la struttura altopressoria mostrerà non poche difficoltà ad estendersi in Italia e dovrebbe limitarsi a brevi incursioni specie nelle regioni di ponente. Difficoltà implementate dalla presenza, sulla parte centro settentrionale del Continente, di varie depressioni alimentate sia dalle correnti atlantiche, sia dall’aria più fredda artica. Una di queste depressione sembrerebbe in grado di insinuarsi proprio ad ovest dell’Italia, innescando un nuovo vigoroso peggioramento attorno alla metà del mese.
Focus: evoluzione sino al 19 maggio 2013
La giornata di martedì sarà condizionata da una marcata instabilità, destinata ad interessare maggiormente le regioni centro settentrionali e soltanto in parte il sud della Penisola. Tra mercoledì e giovedì subentrerà un temporaneo miglioramento, miglioramento che dovrebbe rivelarsi temporaneo in quanto fin da venerdì nuovi apporti d’aria fresca da nord andrebbero ad incentivare una ripresa dell’instabilità sul centro nord. Nel corso del weekend ecco che l’aria fresca, di conseguenza anche acquazzoni e temporali, potrebbero estendersi sul mezzogiorno. Si tratterebbe anche in questo caso di un peggioramento di breve durata, destinato ad interrompersi ad inizio della prossima settimana per il riaffacciarsi di una propaggine anticiclonica da ovest.
Verso metà mese, invece, un’ampia struttura depressionaria parrebbe in grado di sgretolare l’Alta Pressione presente sulla Penisola Iberica. Si creerebbe un’ampia lacuna barica che, traslando verso levante, potrebbe consegnarci una nuova parentesi di tempo fortemente instabile.
Evoluzione sino al 24 maggio 2013
Una ferita di difficile guarigione, che potrebbe attrarre verso sé ulteriori impulsi instabili da nord. Insomma, maggio rischia di proseguire sulla falsa riga di questa prima settimana.
In conclusione.
Gli scenari d’instabilità dipinti da alcune proiezioni stagionali, ogni giorno che passa, sembrano prendere il sopravvento. Insomma, i tempi per la bella stagione non sono ancora maturi.