Estremizzazione climatica?:
Quel che sta accadendo in Europa è un qualcosa che ha pochi precedenti. I tempi di ritorno, in molti casi, variano dai 50 ai 100 anni. Ovviamente ci stiamo riferendo all’ondata di gelo che continua a tenere sotto scacco mezzo continente. Si potrebbero citare Nazioni come il Belgio, i Paesi Bassi, il Regno Unito e ancora Ucraina e la porzione europea della Russia. C’è chi si ritrova a fronteggiare condizioni climatiche tipicamente invernali, chi invece – come nel nostro caso – ha a che fare con un’ingerenza atlantica degna degli anni ’90.
Alte Pressioni allo sbando:
la più importante, al momento, è quella propaggine anticiclonica che dalla Groenlandia si è estesa in direzione del Regno Unito e del Benelux. Sfortunatamente le Isole Britanniche si trovano a due passi da un’ampia depressione atlantica, che continua ad arrecare condizioni di tempo incerto. L’aria gelida che continua ad affluire da est fa sì che i fenomeni risultino in prevalenza nevosi. La situazione è migliorata nel BeNeLux e in Germania, perlomeno nel settore nord. Per scovare altre Alte Pressioni degne di tal nome dobbiamo recarci a sud del Mediterraneo, alla ricerca dell’Azzorriano e del nord Africano.
Configurazione bloccata:
almeno per i prossimi 7-10 giorni non si intravedono cambiamenti del tipo di circolazione. Nel Mediterraneo continueranno a transitare le perturbazioni atlantiche, l’unica strada percorribile considerando che più a nord persisterà un lago d’aria gelida difficilmente attaccabile.
Una sola parola: maltempo:
appurato che l’Atlantico continuerà a prediligere le nostre latitudini, non ci resta che confermare le linee evolutive votate al maltempo duraturo e a tratti intenso. Le poche schiarite che interverranno rientreranno all’interno degli intervalli tra due perturbazioni successive. Oltre all’aspetto precipitativo è senz’altro interessante seguire l’andamento del profilo termico, che dovrebbe riassestarsi su un livello più consono al periodo. Significa che almeno le temperature graviteranno attorno alle medie stagionali.
Tornerà il freddo?:
Ipotesi presa seriamente in considerazione da alcuni tra i più autorevoli modelli di previsione, che indicano per la prima settimana d’aprile un possibile cambio circolatorio. L’Alta delle Azzorre, sinora latitante, potrebbe farsi largo in Atlantico sfruttando un allentamento della corda atlantica. Si aprirebbe la strada per una spinta dinamica in direzione nord, il ché andrebbe ad innescare una risposta d’aria fredda dall’Artico. Il target temporale si posizionerebbe tra il 5 e il 10 di aprile, ma comprendete che trattandosi di proiezioni a lunghissimo termine v’è necessità di estrema cautela.
Focus: evoluzione sino al 09 aprile 2013
La settimana continuerà sotto l’egida del maltempo. Giovedì giungerà un’altra perturbazione, che coinvolgerà maggiormente il centro nord, venerdì ci aspettiamo un breve intervallo all’insegna della variabilità e sabato l’ennesimo peggioramento. Stavolta la perturbazione sarà più intensa e coinvolgerà l’intero Paese, rovinando la giornata Pasquale su molte regioni. Pasquetta, invece, potrebbe proporci un nuovo miglioramento consentendoci di organizzare la classica gita fuori porta.
Miglioramento da considerarsi una tregua poco duratura, perché l’azione ciclonica atlantica non consentirà l’inserimento di alcuna struttura anticiclonica. La prima settimana d’aprile potrebbe risentire, pesantemente, di un impianto circolatorio bloccato e votato al costante inserimento di impulsi perturbati. Da non escludere, entro fine periodo, un graduale sblocco della situazione che potrebbe condurre all’indebolimento del flusso zonale.
Evoluzione sino al 14 aprile 2013
Difficile ipotizzare un trend evolutivo affidabile, anche perché nelle code dei modelli si scorgono grandi movimenti di masse d’aria di diversa estrazione. Quel che possiamo sostenere, al momento, è che la primavera faticherà non poco ad affermarsi a dovere.
In conclusione.
Marzo volge al termine, un mese che ricorderemo perché decisamente piovoso ed anche nevoso. Ora, probabilmente, in tanti vorrebbero un clima più mite e meno umido.