L’evoluzione generale
L’aggiornamento odierno nasce dall’esigenza di informare i nostri lettori in merito alle novità circa un tipo di evoluzione barica tracciata a suo tempo ma che pare non voler mutare sostanzialmente. È vero che gli attori protagonisti sono sempre gli stessi, tuttavia vi sono degli elementi da non trascurare.
Assodate le due principali alte pressioni (ad Ovest e ad Est della Penisola) bisognerà volgere lo sguardo verso l’Europa settentrionale, laddove il Vortice Polare sembra intenzionato a recitare nuovamente il ruolo d’attore protagonista.
Il tempo previsto in Europa e sull’Italia
Certo, molto dipenderà dalla posizione che assumeranno le figure anticicloniche, lasciando aperto un corridoio nel quale sembra volersi insinuare la profonda ondulazione delle correnti d’aria d’alta quota in seno al Vortice Polare.
Ritroveremo infatti l’alta pressione delle Azzorre sbilanciata col suo motore principale in pieno Oceano Atlantico, mentre l’alta presente sui Paesi dell’Est se ne starà rintanata in tal posizione. Non possiamo quindi che dar credito a quanto proponemmo giorni or sono, individuando i primi giorni del nuovo mese come gli indiziati per la prima vera discesa fredda di questa stagione autunnale.
E l’incognita riguardante la possibile porta d’entrata dell’aria fredda pare essere (almeno per il momento) svelata, in quanto l’ondulazione ampia e profonda ne favorirebbe un ingresso sia da Ovest che da Est. Tuttavia teniamo ancora una volta a sottolineare come i tempi non siano abbastanza maturi per poter entrare nel dettaglio circa quelli che potrebbero essere i fenomeni associati. Anche perché sappiamo bene come piccoli cambiamenti possano poi determinare grandi stravolgimenti.
Certo è che se le condizioni dovessero rimanere tali si profilerebbe una fase assai perturbata, con l’aria fredda che gettandosi nel Mediterraneo caldo darebbe origine a fenomeni anche intensi. Il freddo porterebbe perfino la neve a quote relativamente basse lungo l’arco alpino, cosi come su tutto l’Appennino Centro settentrionale. Rammentiamo comunque come il tutto debba necessariamente essere rapportato al periodo in essere, lasciando quindi da parte paragoni con situazioni osservabili solamente in inverno.
In conclusione
In questi giorni abbiamo discusso sulla difficoltà che mostrano i modelli nell’individuazione di evoluzioni che al momento potrebbero sembrare certe. Ma sappiamo come settembre rappresenti un momento di enorme incertezza dovuto appunto al cambio di stagione. I primi giorni di ottobre potrebbero segnare una svolta importante anche in tal senso, visto che l’autunno avrà già varcato la soglia d’ingresso con decisione.