Si sta per concludere un lungo periodo di piogge:
la si può considerare una lunga fase autunnale, durante la quale abbiamo assistito al passaggio di varie perturbazioni con effetti talvolta devastanti. Sulle cause che hanno tramutato gli assalti perturbati in autentiche “bombe d’acqua”, s’è ampiamente discusso. Riteniamo sia importante sottolineare come lo scenario abbia assunto caratteristiche tipiche d’inizio stagione, quando il surplus termico lasciato in eredità dalla stagione estiva e temperature ancora miti, forniscono quell’energia suppletiva necessaria alla genesi dei classici temporali mediterranei.
Ci aspetta un temporaneo miglioramento:
è bene fare un distinguo. Anzitutto dovremo attraversare qualche giorno di variabilità, durante i quali saranno possibili piogge residue nelle regioni meridionali e adriatiche. Ma sarà proprio in questo settore del Paese che sul finire della settimana si realizzerà una significativa, seppur temporanea, rimonta anticiclonica. Si tratterà, probabilmente, di un richiamo pre-frontale associato a correnti meridionali particolarmente miti. Il nord, nel mentre, verrà raggiunto da nubi più o meno compatte associate ad un’ampia struttura perturbata in avvicinamento da ovest.
Il cambio circolatorio:
e’ ampiamente confermata la linea previsionale degli scorsi editoriali, ovvero un progressivo mutamento delle condizioni bariche tale da innescare l’ingresso anticipato della stagione invernale. Cosa accadrà? Lo ripetiamo. Un’impennata dell’Alta Pressione delle Azzorre verso nord, presumibilmente verso la Groenlandia prima e l’Islanda poi, farà scivolare un lobo del Vortice Polare nel cuore dell’Europa. E’ probabile una sua dislocazione nel comparto centro occidentale, con successive ripercussioni nel Mediterraneo.
Scenari tipicamente invernali:
è bene rimarcare che l’impianto barico in prospettiva avrà tutte le peculiarità della maturità invernale. Come sottolineato dal nostro collega Meschiari, si potrebbe realizzare uno split (suddivisione) del Vortice Polare. Si tratta di una rottura in piena regola, incentivata da un’azione a tenaglia ai piani bassi dell’atmosfera. Pulsazioni d’aria calda, dovute alle rimonte anticicloniche in Pacifico e in Atlantico, potrebbero determinare lo sgretolamento della struttura ciclonica ed ecco quindi che uno dei due lobi (l’Euro-Asiatico) piomberebbe in Europa.
Quali effetti in Italia?:
appurato che molte Nazioni dell’Europa centro occidentale vivranno giornate pienamente invernali, con neve copiosa e gelide temperature, ci si interroga su quelle che potrebbero essere le ripercussioni sul nostro Paese. A questo punto è bene aprire una parentesi, derivante dalle differenze di vedute tra i più autorevoli modelli di previsione. Partiamo dal modello americano GFS. La profonda saccatura Artica, dopo aver raggiunto la Francia, penetrerebbe parzialmente sulle nostre regioni. Un ingresso che avverrebbe dalla Valle del Rodano e che implementerebbe la genesi di un minimo di Bassa Pressione sul Mar Ligure, che a sua volta richiamerebbe l’aria fredda presente al di là del confine.
L’ipotesi europea:
il modello europeo ECMWF propende, invece, per uno scivolamento della saccatura verso la Penisola Iberica. Secondo tale visione, in Italia si avrebbe un peggioramento del tempo, con piogge diffuse e localmente intense, ma in un quadro termico prettamente autunnale per via di un richiamo d’aria mite meridionale.
Focus: evoluzione sino al 04 dicembre 2012
Come detto, nei prossimi giorni avremo condizioni di tempo variabile con tendenza a consolidamento del bel tempo nelle regioni meridionali. L’inserimento di una propaggine anticiclonica garantirà condizioni di tempo migliore e i venti da sud garantiranno un rialzo delle temperature. Temperature che si orienteranno su valori superiori alla norma. Al nord, invece, si vedranno nubi da ovest con prime deboli precipitazioni su Alpi, poi in Liguria e anche sull’alta Toscana.
Successivamente si avrebbe un peggioramento proprio a cominciare dal nord Italia, in successiva estensione alle centrali tirreniche e alla Sardegna. Ci aspettiamo piogge e copiose nevicate sull’arco alpino, con quota in progressivo abbassamento. Riteniamo, al momento, che possa prevalere l’ipotesi modellistica americana, con inserimento della saccatura artica sul nostro Paese e conseguentemente peggioramento di stampo invernale. Se così fosse, la neve scenderebbe lungo l’Appennino, ma ci sarebbe la possibilità per nevicate a quote collinari al centro e in pianura al nord.
Evoluzione sino al 09 dicembre 2012
Le ripercussioni della fase di maltempo sarebbero evidenti per tutta la prima settimana di dicembre, pur con tendenza al graduale miglioramento e generale rialzo delle temperature.
In conclusione.
A prescindere dagli effetti sull’Italia, è evidente come l’Inverno abbia tutta l’intenzione di anticipare i tempi sul calendario meteorologico.