I primi giorni anticiclonici, quelli che accomuneranno l’intera Penisola, saranno caratterizzati da una discreta ventilazione orientale o settentrionale nelle regioni del Centro Sud. Esauritisi gli effetti ciclonici, si calmeranno i venti e la stasi atmosferica causerà disagi.
Basterebbe rammentarvi ciò che accadde a Gennaio e capireste a cosa andiamo incontro. Non è vero che l’Anticiclone, d’Inverno soprattutto, determina esclusivamente condizioni di bel tempo. Le condizioni peggiori si registrano in Val Padana. Protetta dalle Alpi e dell’Appennino, in fasi anticicloniche persistenti vengono a mancare gli elementi necessari al ricambio d’aria.
Il passare dei giorni, la mancanza del vento, il deposito dell’umidità nei bassi strati, le inversioni termiche. Insomma, le nebbie. Nebbie che già da qualche giorno stanno comparendo sulla Val Padana occidentale e permangono al suolo per diverse ore. Basta osservare l’ultima immagine satellitare – se vi interessa potete reperire una news di qualche minuto fa nella sezione apposita – per notare, senza difficoltà alcuna, la permanenza di densi banchi di nebbia tra Piemonte, Lombardia ed Emilia.
Abbiamo scelto d’allegare all’articolo una mappa relativa ai venti in prossimità del suolo per comprendere come evolverà la situazione nei prossimi giorni. Perché il vento? Perché la calma di vento è certamente l’elemento essenziale per il ristagno dell’umidità e per l’accumulo degli inquinanti in atmosfera.
La giornata di riferimento è quella di lunedì prossimo: il 7 Febbraio. La ventilazione sarà debole variabile un po’ ovunque, salvo locali rinforzi. In Val Padana, e non solo, è possibile notare zone ove invece si avrà calma di vento. Le nebbie riappariranno probabilmente nelle zone costiere dell’alto Adriatico e nelle vallate appenniniche. Torneranno le nubi basse sui litorali tirrenici e non mancheranno pioviggini.
Capitolo inquinamento. Beh, c’è poco da dire. C’è da attendersi un netto peggioramento delle condizioni. Chi di dovere dovrà mettere in conto tutti quei disagi derivanti dall’accumulo degli agenti inquinanti. La speranza è che qualche perturbazione, o ancor più il vento – magari il tanto odiato/amato foehn – possano ristabilire scenari accettabili. Ma forse dovremo attendere metà mese.