Ci apprestiamo a prepararci al brindisi per salutare il nuovo anno, ma quali sono le prospettive di questi ultimi giorni del 2010? Un modesto corridoio d’alte pressioni si va costruendo dal Mediterraneo Occidentale fino alla Penisola Scandinava, rallentando così il moto delle perturbazioni atlantiche, la cui marcia verso le coste occidentali europee è appena ripresa dopo un periodo di sostanziale stasi.
La porzione afromediterranea dell’alta pressione avanza lentamente verso l’Italia, ove è ancora netta l’eredità dell’ultima irruzione fredda artica giunta a cavallo delle festività natalizie. E’ risaputo che l’anticiclone nel periodo invernale non è sempre sinonimo di bel tempo: in effetti ci sarà un’intensificazione, ma anche addensamenti nuvolosi a più riprese, specie di tipo medio-basso, per il generale accumulo dell’umidità nei bassi strati. La fragilità dell’anticiclone si farà sentire anche in quota, pertanto più che di dominio anticiclonico sarebbe corretto parlare di palude barica. I massimi barici tenderanno infatti a collocarsi sul Nord Atlantico, in prossimità delle Isole Britanniche e verso l’entroterra nord-africano (promontorio a 500 hPa).
In questa fase interlocutoria sull’Italia verrebbero a fronteggiarsi masse d’aria di diversa natura: spifferi miti oceanici in quota, mentre al suolo vi sarebbe l’interazione di aria temperata ed umida nord-africana con spifferi più freddi dai Balcani: questi giochi di correnti avverrebbero in una situazione dall’equilibrio precario, reso ancor più fragile dalla debolezza della struttura anticiclonica in quota. Ci attendiamo dunque la nascita tra il 30 ed il 31 dicembre di una lieve lacuna ciclonica tra Baleari, Isole Maggiori e coste nord-africane con richiamo umido sciroccale che coinvolgerà i bacini meridionali italiani, con probabilità di sporadiche piogge più elevata tra Sardegna e Sicilia.