Evento sinottico estremamente particolare La spirale vorticosa perturbata, che da quasi una settimana condiziona il meteo sull’Italia, è rimasta bloccata sul Mediterraneo Occidentale senza aver avuto modo di trovare uno sbocco verso levante. In quest’avvio di settimana la saccatura atlantica che ha dato origine alla depressione si è strozzata ed è così rimasto in eredità un vortice chiuso che, slegato dalla circolazione principale, avrebbe dovuto gradualmente indebolirsi. Non è invece andata in questo modo e ne abbiamo avuto una prova evidente con gli scenari perturbati che da giorni continuano a penalizzare sempre diverse regioni d’Italia: il maltempo sembra riuscire ad auto-alimentarsi quasi senza sosta.
La trottola ciclonica si è infatti addirittura rinforzata, attraverso un particolare meccanismo di transizione verso una figura di tipo tropicale, che si è innescata traendo forte giovamento dal calore del mare, il quale a sua volta tende fortemente ad esaltare la convenzione temporalesca. La struttura si è trasformata così da baroclina (tipica delle normali depressioni extratropicali) a barotropica, circolazione quest’ultima tipica delle tempeste presenti alle latitudini tropicali. Quello che stiamo seguendo è pertanto un vero e proprio ciclone mediterraneo simil-tropicale, noto con il termine TLC (acronimo di Tropical Like Cyclone): persino la NOAA ha ufficialmente catalogando la depressione mediterranea come tropicale.
Quali sono le caratteristiche di queste figure cicloniche così inusuali? Anzitutto in una visuale immediata sul Satellite, si evidenzia facilmente la presenza dell’occhio attorno al quale ruota tutta la spirale nuvolosa convettiva, un po’ quello che capita in quelle straordinarie “macchine perturbate” che sono gli uragani tropicali, da considerarsi come i fratelli maggiori. I sistemi tropicali sul Mediterraneo non raggiungono la stessa intensità dei loro simili in Oceano, anche se possiedono delle ovvie analogie.
In tutti i cicloni mediterranei di tipo tropicale si osserva un forte approfondimento del minimo barico al suolo, con l’intensità dei venti che può raggiungere livelli molto significativi in prossimità dell’occhio: la classificazione di queste figure tropicali avviene proprio attraverso l’intensità del vento massima misurata in prossimità dell’occhio nel ciclone. La nostra depressione Rolf sta effettivamente sprigionando venti molto forti con raffiche ben superiori ai 100 km/h, ma che non investono direttamente le coste in quanto tali correnti ruotano in prossimità dell’occhio del ciclone, che si mantiene in mare aperto. Le forti mareggiate, con onde alte anche 8-9 metri, sono però in grado di spingersi verso le zone costiere più vicine, tra cui il nord-ovest della Sardegna, le coste della Corsica e del sud della Francia.
Non si tratta d’eventi così rari, come più volte abbiamo avuto modo di dire nel passato si contano anche casi di veri e propri uragani mediterranei (i cosiddetti “Medicanes”, ovvero Mediterranean Hurricanes). Una caratteristica di questi sistemi tropicali è quello di possedere un nucleo a cuore caldo in quota, esattamente come avviene per i sistemi tropicali. L’intensificazione dei venti in prossimità dell’occhio risucchia flussi di calore verso il centro, con i moti ascensionali costanti che richiamano ulteriore energia dal mare caldo. In sostanza la vorticità riparte a getto continuo divenendo una vero e proprio sistema termico capace di autoalimentarsi.