Come abbiamo scritto svariate volte le scorse settimane, il Vortice Polare stratosferico è stato forte come non mai. Ha raggiunto i picchi più alti da 40 anni a questa parte, ripercuotendosi ovviamente sulle sorti meteo climatiche dell’emisfero settentrionale. Osservando i grafici relativi all’intensità del jet stream stratosferico possiamo dirvi che siamo ancora su valori record per questo periodo dell’anno. Record su record, non solo per velocità del getto, il Vortice è eccezionale anche per temperatura, specialmente nella bassa stratosfera, dove ha raggiunto i valori più freddi negli ultimi 40 anni.
A 50mb, dove sta la parte più fredda del Vortice Polare, abbiamo lo strato di ozono terrestre. Il sole, già da fine gennaio, a tali altezze ha già iniziato la propria azione di riscaldamento e in presenza di temperature molto basse abbiamo la formazione di nuvole stratosferiche polari (PSC). Queste nuvole, in connubio con la luce solare, danno inizio a una reazione fotochimica che distrugge l’ozono con conseguente formazione di un vero e proprio buco sopra l’Artico. Stiamo parlando dello stesso processo dell’Antartide, laddove è collato il ben noto “buco dell’ozono” (è bene ricordarsi che si forma ogni anno). Al Polo Nord il processo è molto più blando, poiché le temperature solitamente non scendono ai livelli del Polo Sud o se lo fanno non rimangono basse troppo a lungo. Ecco, anche da questo punto di vista quest’anno è accaduto qualcosa d’insolito.
Ma la cura sta arrivando… Mentre la Primavera prende sempre più piede, le regioni artiche iniziano a riscaldarsi e il regno del Vortice Polare sta per terminare. Il processo può procedere gradualmente o improvvisamente, tramite un evento di riscaldamento stratosferico che prende il nome di Final Warming (FW). Se durante l’inverno capitano riscaldamenti stratosferici improvvisi, il vortice polare arriva in Primavera già debole e il FW è graduale.
Quando il vortice polare è forte, specialmente come quest’anno, il FW può essere piuttosto violento o improvviso. Ciò significa che esiste una maggiore probabilità che le influenze possano propagarsi in troposfera, condizionando il nostro tempo. Ecco, stiamo finalmente iniziando a vedere segni di riscaldamento e visto il periodo per il Vortice Polare sarà difficile riuscire a difendersi come fatto finora. In un modo o nell’altro crollerà, ma la domanda che ci facciamo è la seguente: in che modo?