Una colata di fango si è staccata dalla montagna riversandosi nell’abitato di Bussoleno, in Val di Susa. Cinque abitazioni state colpite da fango e detriti; sei persone sono state tratte in salvo con l’elicottero. Duecento, invece, sono gli sfollati trasportati e accolti al polo logistico della Croce Rossa di Susa.
Si tratta della quarta colata di fango in un mese, a causa delle piogge che da settimane non danno tregua. Secondo gli esperti non è escluso che possa esservi un’altra causa a seguito di questi movimenti franosi, ovvero gli incendi devastanti dell’autunno scorso.
Determinante, in tal senso, sarebbe la scarsa “resistenza” opposta dai pendii. Tutti gli alberi distrutti dal fuoco non consentono al terreno di trattenere la pioggia costringendo l’acqua a scorrere insieme al fango rovinosamente a valle.
C’ è molta preoccupazione tra i residenti, riguardo alla possibilità che la frana di oggi non possa che essere l’inizio di un movimento più grande di terra e roccia non più ancorata al terreno dalle radici degli alberi andati in fumo
Eventi come quello di Bussoleno ci dimostrano ancora una volta la fragilità del territorio montano del Piemonte e dell’intero Paese. Quasi tutto il territorio italiano è infatti soggetto al rischio idrogeologico, con alto rischio dissesto in circa il 70% dei comuni.