L’Isola di Ustica, nella sua parte occidentale, si sarebbe sollevata di oltre 30 centimetri a seguito delle conseguenze di due terremoti avvenuti nel primo quarto del 1900. La prima sequenza sismica che colpì Ustica nella primavera del 1906 si protrasse per venti giorni.
Questo è quanto emerso dal rilevamento a nuoto lungo i 13 km del perimetro dell’isola condotto dal progetto scientifico Geoswim di Enea e Università di Trieste, che prevede la mappatura totale di 23000 mila km di costa rocciosa del Mediterraneo per lo studio dell’erosione e delle variazioni del livello del mare.
Il dato sull’innalzamento della parte occidentale dell’isola deriva da un calcolo che parte dal ritrovamento a circa 2 metri sopra il livello del mare di alcuni fossili di crostacei che vivono abitualmente a contatto con l’acqua. Si tratta della prima indagine completa su un’isola vulcanica.
Questi crostacei, detti “dente di cane”, erano ricoperti di concrezioni simili a stalattiti che si formano per gocciolamento. In base ai campionamenti ed alle analisi al carbonio 14, i crostacei e il carbonato della concrezione che li ricopriva sono risultati risalenti rispettivamente a 110 e 90 anni fa.