Le nuove simulazioni sull’andamento delle future stagioni degli uragani atlantici non sono per nulla incoraggianti. L’aumento delle emissioni di gas ad effetto serra potrebbero ridurre il wind shear verticale in un’area geografica a dir poco scomoda: lungo la costa orientale degli Stati Uniti.
Stiamo parlando di un elemento fondamentale, in quanto tale taglio verticale del vento è sempre stato elevato lungo la costa orientale degli Stati Uniti. Fondamentale perché agisce come una sorta di barriera per gli uragani che toccano terra, il che rende meno probabile che si intensifichino rapidamente prima di impattare sulla terraferma.
Le simulazioni effettuate si basano su un ipotetico effetto serra “pathway” in cui l’anidride carbonica e altre emissioni di gas serra continueranno ad aumentare ad una velocità relativamente elevata nei prossimi decenni.
Tali simulazioni indicano che lungo la costa orientale degli USA si potrebbe registrare una diminuzione del wind shear verticale proprio durante la parte più attiva della stagione degli uragani (agosto-ottobre). Il tutto entra la fine del secolo.
Almeno il 75% delle simulazioni dei modelli concordavano su tale diminuzione, indicando una grande affidabilità nel cambiamento. Il vento verticale e le temperature dell’acqua nel Nord Atlantico tropicale sono i due elementi che hanno maggiore incidenza sull’attività stagionale degli uragani.
Quando le condizioni nella principale regione di sviluppo degli uragani sono particolarmente favorevoli, cioè temperature elevate e bassa resistenza al vento verticale, sono meno favorevoli sulla costa orientale nord americana. Col riscaldamento globale si rischia che tale protezione venga a mancare.