Jebi ha toccato il suolo giapponese intorno alle ore 12 di martedì 4 settembre, con venti al suo interno che raggiungevano come raffiche persino più di duecento chilometri all’ora. Il tifone di categoria 1 procede in direzione Nord e ha lambito la città di Kobe, due ore più tardi.
Per i meteorologi nipponici si tratta di uno dei tifoni più violenti degli ultimi 25 anni. Per ora il bilancio parla di un morto e cinque feriti, ma la tempesta è in atto e si teme il peggio, nonostante le evacuazioni di massa disposte dalle autorità.
Piogge torrenziali stanno causando smottamenti ed alluvioni, ma allagamenti estesi sono prodotti anche dall’innalzamento della marea lungo le coste colpite, dove si sono avuti ingenti danni per le onde fra le più alte registrate in Giappone dal 1961.
A Osaka una petroliera da quasi tremila tonnellate, ancorata al porto, è andata a sbattere contro il ponte che connette la città all’aeroporto Kansai. La strada di collegamento dell’aeroporto all’isola ha riportato danni ed è stata chiusa al traffico, La nave era vuota, nessuno ha riportato ferite.
Ora Jebi è in rapida evoluzione verso nord-nordest ad una velocità di 65 km/h lungo la terraferma per poi andare sul Mar del Giappone. Jebi perderà ulteriore energia e verrà rapidamente depotenziato a tempesta tropicale, comunque in grado di innescare venti intensi e piogge torrenziali verso Hokkaido.