Il picco anticiclonico a 1036 hPa presente sulle aree carpatiche regna ancora sull’intera Europa centro-orientale, continuando la sua lenta migrazione verso il Bacino del Mar Nero. La sua unione con il “cugino” iberico a 1029 hPa è infastidita dagli aspri scontri con il possente fronte freddo nordatlantico focalizzati sulla Bretagna e Galizia.
L’occhio ciclonico islandese è traslato verso il Mare di Norvegia (977 hPa), ma, nonostante il notevole affievolimento dei venti associati, fornisce sempre nuova linfa al proprio fronte freddo disteso sul Canale della Manica e Benelux.
Sul Mediterraneo si dimostra sempre più attiva la vasta struttura ciclonica nordafricana a cui è associato un intemperante fronte caldo. Purtroppo non è tutto, dall’entroterra tunisino e dal Golfo della Sirte si mettono in mostra due nuovi vortici depressionari (1006 e 1005 hPa) pronti all’attacco.
Il prepotente ingresso ciclonico tunisino sulle nostre Regioni meridionali comporta piogge diffuse e prorompenti. Le nubi basse, condite da una spalmata umidità trasportata dai venti miti nordafricani, allagano tutto il centro-sud italico.
Alle spalle di questa profonda incursione depressionaria spicca, come sopra descritto, una nuova formazione nuvolosa presente a nord della Libia pronta a dare manforte alla sua linea di attacco tirrenica.
Sulle Regioni settentrionali, invece, il tempo si dimostra stabile. La predominanza anticiclonica riesce anche a mitigare le temperature gelide dei giorni scorsi.
Sul resto d’Europa si evidenzia la vasta superficie di impatto tra il fronte freddo atlantico e l’area altopressionaria francese. Le prime instabilità si osservano sulla Galizia e sulla Bretagna, abbracciando, in seguito, tutta la costa continentale che si affaccia sul Mare del Nord.