Si aggravano ulteriormente le condizioni di siccità, fra assenza di piogge e super caldo. In diverse la situazione è davvero preoccupante, tanto che molto regioni si sono adoperate per richiedere lo stato d’emergenza dopo il lungo periodo di scarse precipitazioni, mentre in altri casi si è proceduto con la richiesta di calamità naturale. La primavera appena trascorsa è stata una delle più secche da oltre 200 anni, dopo un inverno molto secco. Se le piogge tarderanno a giungere, la grande sete diverrà allarmante. Anche a Roma la situazione non è per nulla tranquilla, tanto che la Raggi ha emesso un’ordinanza per il razionamento dell’uso dell’acqua per giardini e piscine. A contribuire alla grande sete della Capitale sono le gravi perdite della rete dell’acquedotto.
I fiumi sono ai minimi storici e spicca la grande secca del Po: basti pensare che è ridotto a poco più di un rivolo di appena 13 centimetri a soli 30 km dalla sorgente nei pressi di Saluzzo, ed è arrivato fino a tre metri sotto lo zero idrometrico al Ponte della Becca, a Pavia. Tra Rovigo e Ferrara, in prossimità della foce, il livello del Po è 5,5 metri al di sotto della media.Lo stato del più grande fiume italiano è rappresentativo della crisi idrica del Paese, anche perché dal bacino idrico del Po dipende il 35% della produzione agricola nazionale. Non sono messi meglio i Grandi Laghi: il lago Maggiore è sotto di 40 centimetri rispetto ai livelli del 2016, al lago di Como ne mancano 35. Il lago di Garda ha un’altezza di 68,8 centimetri contro una media di 104,3.