Disastrosi roghi hanno mandato in fumo negli ultimi giorni migliaia e migliaia di ettari sulle foreste del Portogallo e del nord-ovest della Spagna. La causa è stata attribuita al passaggio dell’uragano Ophelia e all’aria caldissima e secca sopraggiunta dal Nord Africa, attraverso forti venti meridionali. Certamente questa condizione meteorologica ha contribuito in modo importante, ma l’innesco e la propagazione delle fiamme sono stati altresì facilitati da una siccità davvero terribile. La Penisola Iberica vive infatti una penuria di piogge persino peggiore di quella che soffre anche l’Italia.
Spagna e Portogallo, a differenza del nostro Paese, non hanno beneficiato di alcuna pioggia significativa nemmeno a settembre. La situazione più grave è in Portogallo, dove in alcune aree quella in atto è fra le ondate di siccità peggiori degli ultimi cento anni. Il livello dell’acqua nella diga di Vigia, nella regione di Alentejo, è sceso addirittura all’11% con oltre l’80 per cento del paese che sta affrontando condizioni di siccità da considerarsi severe ed estreme.
Non va poi molto meglio in Spagna, dove la capienza delle risorse idriche è ormai ridotta sotto il 40% della capacità totale, per la siccità peggiore degli ultimi vent’anni, specie in Galizia e Castiglia e Leòn. Considerando l’annata idrologica 2016-2017 (dal 1° ottobre al 30 settembre), quest’anno è stata l’ottava con meno pioggia dal 1981, secondo i dati Aemet. Addirittura, in Galizia è stato l’anno più asciutto della storia.