Negli ultimi mesi la Siberia è risultata estremamente calda. Pensate, in alcune giornate di maggio la temperatura ha superato i 30°C e la mappa termica relativa al mese di aprile mostra come la deviazione rispetto alla media trentennale di riferimento abbia superato 5°C.
A Novosibirsk le temperature hanno superato i 30 gradi diverse volte, il ché – considerando il periodo – lo si può considerare una avvenimento raro. Secondo autorevoli studi è innegabile che negli ultimi anni si sia verificato un netto riscaldamento di tutta l’area siberiana.
Ciò è confermato anche dagli esperti del National Oceanic and Meteorological Service (NOAA). Se prendiamo in considerazione la mappa succitata, che si offre una panoramica dell’andamento delle anomalie termiche su scala globale nel mese di aprile, la Siberia è stata la regione più calda.
All’aumentare della temperatura purtroppo si intensificano gli incendi boschivi, fauna e vegetazione sono costrette a modificare il proprio ritmo biologico (svegliandosi prima), gli affluenti del lago Baikal si stanno prosciugando e il permafrost si sta sciogliendo.
Vari studi, americani e non, ritengono che le emissioni di gas serra prodotte dal permafrost contribuiranno in larga misura all’incremento delle emissioni globali e non è altro che il risultato di un disastro climatico progressivo. La temperatura sta cambiando, i livelli del mare e degli oceani stanno aumentando e i ghiacciai si stanno sciogliendo. In Siberia uno di questi ghiacciai è ridotto di 600 metri negli ultimi 21 anni.
Gli sperti del NOAA ci mettono in guardia: sono segnali che non possono mai essere sottovalutati. E’ un ultimo appello affinché le emissioni di gas serra possano essere ridotte in modo sostanziale altrimenti si rischia seriamente una catastrofe climatica potenzialmente devastante.