Come un arco in cielo, tracotante di colori, la vita dell’ “Uomo di Pietro”, si stempera nell’effimera luce che il “Padre” ha disposto per Lui ed ha a Lui ha assegnato.
La forza e la gloria nell’estremo sacrificio, la volontà di percorrere il “calvario di Cristo” e la Sua “sanguinolenta sofferenza” , sono l’espressione più umile ed alta che l’uomo rivolge “all’Uomo” recitando i segno di Cristo.
Mentre il “brusio” della corte degli “uomini di porpora” si agita nei corridoi e nelle “sacre sale”, il più “puro e coriaceo cero” che io abbia mai visto, si piega alla volontà del Dio Padre.
Mio Padre da tempo ha lasciato la sua vita, quante lacrime di sale versate, mentre il mio “angelo” figlio di Cristo ora e dopo aver battuto la Sua mano sul suo petto di marmo, si è trasmutato in una vulnerabile candela di cera.
Il dolore non è attribuibile alla “divinità ricevuta e conclamata”, ma alla carica di umiltà e forza che per oltre un quarto di secolo ha trasmesso vincendo la corruttibilità del corpo e le ferite che la “carcassa”, ossa e carne, hanno subito nel corso della Sua storia eterna.
Padre, fratello di mio padre, ricordarti del nostro destino e non saremo mai più soli.
Ti abbraccio, come quando chinai la mia testa sul corpo inerte del mio genitore e sfiorando la sua carne fredda posi un bacio sulle sue labbra ormai serrate e mute per sempre. Tornami nei sogni e nella notte, culla ed accarezza il cuore di ogni “uomo stanco”.
Antonio Pallucca
01.04.2005
Il Papa è morto la sera del 3 aprile 2005. Il Meteo Giornale, gli dedica la prima notizia del giornale, con queste parole di Antonio.