Affermazione esagerata? Forse no. Abbiamo elementi concreti che supportano la tesi, in primis l’attuale ondata di calore ormai giunta al top. Ma chi ci segue sa, da tempo, che si parla di persistenza. Persistenza derivante dalla particolare configurazione barica: un blocco anticiclonico di difficile risoluzione, anche perché una struttura così ampia e persistente necessita, per uno smantellamento degno di tal nome, di imponenti movimenti.
I tentativi li avremo, questo va detto, ma la possanza altopressoria sarà tale da limitare al lumicino eventuali ingerenze cicloniche. Un primo affondo avverrà nei prossimi giorni e proverà a dirottare un po’ d’aria fresca sui settori orientali peninsulari. Arriverà da est, ovvero laddove il baluardo africano mostrerà minore vigoria. Torneranno i temporali, lo si è detto, e dovremo prestare attenzione alla violenza degli stessi. Teniamo conto che lo scontro tra l’aria rovente e il fresco orientale scatenerà contrasti termici imponenti.
Modelli alla mano è bene non illudersi. La ragione? I più autorevoli centri di calcolo suggeriscono una cronica assenza atlantica, perlomeno alle nostre latitudini. Che vuol dire? Che non appena se ne andrà la goccia fredda orientale ecco che l’Alta africana avrà modo di ripresentarsi sulle nostre regioni. A quel punto avremo superato la metà di giugno e le prospettive sono poco incoraggianti: il meteo d’Africa potrebbe accompagnarci verso fine mese, allorquando potremmo assistere a un tentativo perturbato oceanico più convincente.
Ma come detto in precedenza, purtroppo ci ripetiamo, il blocco anticiclonico potrebbe respingere anche questo assalto. A meno che non avvenga uno smantellamento delle fondamenta iberiche, perché allora si che potrebbero essere dolori…