Un primo, importante riscaldamento dovrebbe partire entro questa settimana. L’aria calda arriverà da sud, sopra il Nord America e il Nord Atlantico. E’ una previsione su base GFS, ma anche l’europeo ECMWF sembra punbtare in quella direzione.
Il primo impulso dovrebbe essere assorbito dall’enorme quantità d’aria gelida presente, ma verso la fine della settimana dalla stessa zona di origine dovrebbe partire un secondo impulso e dovrebbe essere più forte. Il riscaldamento dovrebbe essere accompagnato da un’onda di pressione in sviluppo su Atlantico ed Europa nordoccidentale. L’azione dovrebbe iniziare a destabilizzare il Vortice Polare, che da circolare dovrebbe assumere una forma ellittica. Siamo giunti nel range delle 240 ore, punto d’arrivo del modello ECMWF. Per poter andare avanti ci si deve affidare esclusivamente all’americano GFS.
GFS che indica un cosiddetto “pattern a 2 onde”, ossia un’onda sul Nord Pacifico e una più consistente sul settore euro-atlantico. A quel punto il Vortice Polare si allungherebbe non poco, portando un nucleo sul Canada e uno sul settore siberiano. Se la sequenza dei riscaldamenti dovesse proseguire, alla fine si potrebbe arrivare a una suddivisione completa in due parti, ponendo fine alla vita del Vortice.
Stiamo parlando, ovviamente, del riscaldamento stratosferico finale che porta al totale smantellamento del Vortice Polare. Ipotizzare effetti, ad oggi, è impresa ardua e dovremo capire anzitutto come evolverà il primo impulso caldo di questa settimana. Non scordiamoci che GFS e GEFS, ovvero la principale fonte delle previsioni a 2 settimane, hanno dimostrato in passato di sovrastimare gli eventi di questo tipo ed è per questo motivo che è bene mantenere un po’ le distanze.
Ciò che possiamo dirvi, tuttavia, è che potrebbero crearsi i presupposti per un “Final Warming” traumatico, improvviso, violento. Se così fosse, le probabilità che la dinamica si propaghi in troposfera crescerebbero esponenzialmente. Il tutto potrebbe tradursi in modifiche sostanziali alla circolazione atmosferica emisferica, con il movimento di masse d’aria gelida verso latitudini temperate. Quindi attenzione alle sorprese e i modelli deterministici che si spingono a più lungo termine (GFS appunto) iniziano a mostrarci pericolose irruzioni fredde orientali per l’ultima decade di marzo. Ipotesi, ad oggi, che non possiamo escludere.