Il ciclone Martin affonda la sua voragine sopra il Baltico. I suoi 999 hPa assorbono strutture occlusive che sovrastano i Paesi limitrofi.
Profonda struttura depressionaria a 997 hPa è presente in pieno Atlantico. Alimentata dai costanti venti freddi polari marittimi, aggredisce con il suo fronte freddo la parte occidentale del Continente.
La sua avanzata viene, però, stoppa bruscamente dall’erta formazione anticiclonica Anja, il cui vertice a 1025 hPa si pone a guardia dei territori occidentali.
Dal Marocco si evidenziano sussulti roventi pronti a rimontare nuovamente la Penisola Iberica e a distendere la propria lingua sino al centro della Francia. Intanto su tutta l’area mediterranea e balcanica è ancora ben stabile ed inamovibile la vasta area altopressionaria subtropicale, intenta a controbattere i colpi di coda instabili provenienti dal nord-est europeo.
Le suddette incursioni instabili sfociano in eventi temporaleschi concentrati soprattutto sulle aree di confine, ovvero sulla Repubblica Ceca. Il fronte freddo orientale tenta un ultimo affondo continentale, ma le nubi ad esso associate tendono a defilarsi verso la Russia ed il Mar Nero.
Nubi dense e cariche di pioggia si dispiegano sopra le coste baltiche, bagnando, con prolungati eventi pluviometrici, tutte le capitali che su di esso si affacciano.
Una lunga lama occlusiva si distende anche sopra l’Irlanda, senza riuscire ad affondare il colpo sul Regno Unito grazie alla ravvicinata presenza alopressionaria di Anja.
L’intero settore sud-occidentale del Continente beneficia della protezione anticiclonica nordafricana. Anche l’Italia viene definitivamente conquistata interamente dalla possanza subtropicale, raggiungendo temperature elevate di stampo estivo.