Le condizioni meteo europee stanno subendo un cambiamento ben più rapido delle stime fatte in precedenza. Gli scienziati avevano annunciato un’estremizzazione climatica appare ormai avviata, ma che secondo vari studi che citeremo in questa ricerca, potrebbero aumentare sensibilmente nei prossimi anni.
Il clima terrestre non è mai stato uguale, dal Medio Evo ad oggi si susseguono rapidi cambiamenti, forse meno veloci di quelli che stiamo osservando in questi ultimi due decenni, e che in questo quinquennio hanno avuto una repentina accelerazione.
Vi abbiamo parlato del rallentamento della Corrente del Golfo, questa mitiga le coste oceaniche europee sino al Mar Glaciale Artico, dove a parità di latitudine, altrove d’inverno si formano i ghiacci marini. Caso emblematico è il Labrador, posto alla medesima latitudine delle Isole Britanniche, dove d’inverno la temperatura scende anche a -40°C, mentre le nevicate a Londra sono eventi meteo occasionali.
La Corrente del Golfo è al “minimo storico” mai rilevati in epoca moderna, ciò potrebbe avviare un cambiamento climatico globale potenzialmente devastante per il tempo atmosferico. E’ quanto avvertono gli scienziati.
Si pensa che il disfacimento della circolazione oceanica sia guidata dal riscaldamento globale e potrebbe portare all’innalzamento del livello del mare e ad eventi estremi come forti ed insolite tempeste, ondate di calore record, ma anche ondate di gelo.
La Corrente del Golfo ha raggiunto un indebolimento stimato nel maggiore degli ultimi 1600 anni.
Il cambiamento climatico dovuto all’innalzamento dei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera è una probabile causa di questo fenomeno. Ciò a detta di una platea immensa di scienziati.
Il sistema di correnti che trasporta l’acqua calda dai tropici attraverso la Corrente del Golfo al Nord Atlantico (Amoc), svolge un ruolo importante nella regolazione del clima del mondo. La Corrente del Golfo fa parte di un complesso sistema di correnti marine collegate tra loro.
Una rappresentazione immaginaria del crollo dell’Amoc è stata ritratta dal film di fantascienza The Day After Tomorrow, se gli eventi del film sono stati esagerati, gli scienziati dicono che eventi meteorologici gravi probabilmente deriveranno anche dai cambiamenti in corso della circolazione marina.
Il caldo europeo, la siccità, il freddo improvviso invernale, sono eventi meteo già visti nel passato, ma che potrebbero avere una correlazione con il cambiamento delle correnti marine.
Due team internazionali di scienziati hanno intrapreso analisi approfondite dei dati sulla temperatura della superficie marina e dei sedimenti sottomarini nell’area della Corrente del Golfo. Entrambi gli studi sono stati pubblicati sulla rivista Nature.
Gli studi riportano un esito comune: è stato rilevato un raffreddamento degli Oceani a sud della Groenlandia e un insolito riscaldamento marino al largo delle coste degli Stati Uniti. Ciò è un indicatore degli effetti del rallentamento della Corrente del Golfo, ma soprattutto di un ribaltamento delle correnti marine che potrebbe espandersi al tutto il Pianeta.
La mappa qui sotto mostra le varie correnti marine, ebbene, semplificando il concetto, queste potrebbero invertire il loro percorso, e quindi laddove oggi scorre una corrente calda scorerebbe una fredda e viceversa.
Rapidi cambiamenti di temperatura sono stati rilevati a sud della Groenlandia, nell’Atlantico settentrionale e sud dell’America latina.
“Le prove che siamo in grado di fornire sono le più solide fino ad oggi”, ha affermato il professor Stefan Rahmstorf del Potsdam Institute, che ha ideato lo studio con la professoressa Caesar.
“Abbiamo analizzato tutti i dataset disponibili sulla temperatura della superficie del mare, compresi i dati dalla fine del XIX secolo fino ai giorni nostri”.
L’altro studio ha usato sedimenti oceanici per esplorare l’Amoc in indebolimento per un periodo di tempo più lungo.
Presi insieme, gli studi forniscono un’analisi completa del fenomeno, e gli scienziati suggeriscono che il cambiamento climatico stia probabilmente guidando gli effetti che si stanno osservando nel Pianeta.
L’aumento delle precipitazioni e l’acqua di fusione del ghiaccio marino artico – entrambi i quali sono il risultato del riscaldamento globale – si pensa che stiano diluendo le acque dell’Atlantico settentrionale. Le maggiori nevicate in Groenlandia e nel Polo Sud non sono dovute ad una prossima Glaciazione come alcuni sconsiderati proclamano, bensì ad una maggiore umidità atmosferica che incrementa le nevicate e la disponibilità di acqua dolce che affluisce in mare per le maggiori temperature.
Questo ciclo riduce il contenuto di sale dell’Oceano, rendendolo meno denso e impedendo all’acqua di sprofondare nel fondale. Questo a sua volta rallenta l’Amoc, che è generato dal flusso d’acqua con diverse densità.
Il lavoro precedente ha dimostrato che il declino dell’Amoc ha il potenziale di esacerbare l’innalzamento del livello del mare nelle città costiere degli Stati Uniti come New York e Boston, di inondare una miriade di isole tropicali, allagare varie città nel Pianeta. Inoltre, favorire eventi meteorologici estremi come le tempeste, le ondate di calore, e in un’ottica di estremizzazione climatica, anche ondate di gelo rilevanti.
Mentre i recenti studi non hanno azzardato previsioni sul futuro dell’Amoc, i ricercatori hanno avvertito che il cambiamento climatico probabilmente continuerà ad accompagnare questa tendenza preoccupante.
“Se non arrestiamo rapidamente il riscaldamento globale, dobbiamo aspettarci un ulteriore diminuzione di velocità a lungo termine seguito dal ribaltamento delle correnti marine ha affermato il dott. Alexander Robinson dell’Università di Madrid, uno degli autori dello studio.
“Stiamo solo adesso iniziando a capire le conseguenze di questo processo senza recenti precedenti, se non rilevati in Paleoclimatologia – ma gli effetti di ciò un cambiamento delle correnti marine mondiali potrebbero essere dirompenti” sugli equilibri climatici terrestri, con ingenti danni e disagi allarmanti per la sopravvivenza delle popolazioni più povere, dove si abbatterebbero siccità, alluvioni, uragani.