Oltre mezza Europa è spazzata da condizioni di meteo avverso e tempestoso, per le conseguenze del Ciclone Ciara che ha impattato sull’Europa Settentrionale con venti da uragano e onde gigantesche. In alcune parti d’Europa è stata ribattezzata come la “tempesta del secolo”.
Disagi davvero notevoli si sono avuti prima su Regno Unito e Scandinavia, con venti capaci di raggiungere picchi di raffica superiori ai 150/160 chilometri all’ora. La tempesta distruttiva ha poi raggiunto anche le nazioni centrali europee, con danni ingenti specie tra Germania, Austria e Repubblica Ceca.
L’Italia resta invece ai margini di questo maltempo così burrascoso, in quanto l’anticiclone continua a mantenersi ben solido alle basse latitudini mediterranee attenuando quindi il flusso delle correnti tempestose occidentali.
La contrapposizione della profonda depressione europea con l’anticiclone mediterranea è la causa dei venti tempestosi sul Continente. L’Italia si trova nell’area di confine fra l’alta pressione e le propaggini meridionali della depressione.
Le nostre regioni risultano quindi lambite dal flusso delle correnti occidentali, che trasportano aria mite e umida. Vediamo quella che sarà l’evoluzione meteo attesa per domani, martedì 11 febbraio, una giornata di venti ancora tesi occidentali, più sostenuti tra Tirreno ed Isole. Raffiche di tempesta colpiranno le Alpi.
Un po’ di variabilità indugerà sulle regioni tirreniche e l’ovest della Sardegna per effetto del flusso di correnti umide occidentali, ma fenomeni residui e di debole entità li ritroveremo principalmente sulla Calabria occidentale.
Schiarite ampie prevarranno sui restanti settori, anche perché si farà sentire la presenza del campo di alta pressione. Tuttavia, un nuovo fronte atlantico tenderà ad addossarsi all’Arco Alpino, con peggioramento sui settori centro-occidentali di confine dove si avranno nevicate oltre i 1300/1500 metri.
Le temperature saliranno al Centro-Sud e in Val Padana, di nuovo diffusamente superiori alla norma, di stampo localmente primaverile. Il picco di questo nuova fase calda anomala riguarderà in particolare i versanti adriatici, dove il Garbino determinerà maggiori impennate termiche con valori ben oltre i 20 gradi.
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