Era il nono pianeta del sistema solare, prima del declassamento nel 2006 a “pianeta nano”. E se gli astronomi dell’International Astronomical Union si fossero sbagliati? Philip Metzger, scienziato del Florida Space Institute, sulla rivista Icarus ha spiegato perché Plutone dovrebbe essere riconsiderato pianeta.
Secondo gli astronomi ed esperti mondiali, per ottenere lo status di pianeta un corpo celeste deve soddisfare tre condizioni: orbitare intorno al Sole, avere una gravità tale da assumere una forma sferica e tenere pulita la sua orbita, cioè la dominanza orbitale.
Quest’ultimo punto fa la differenza tra un pianeta e un pianeta nano e per gli astronomi un pianeta è gravitazionalmente dominante se nella propria zona orbitale non vi siano altri corpi di dimensioni comparabili a quelle del pianeta, a meno che non siano suoi satelliti o legati a esso dalla gravità.
Il povero Plutone dunque è stato declassato proprio per le peculiarità della sua orbita a cavallo con quella di Nettuno, dal periodo orbitale di 248 anni terrestri e molto inclinata rispetto al piano dell’eclittica, tanto che in alcuni punti del suo moto intorno al Sole si trova più vicino alla stella rispetto a Nettuno.
Data la vicinanza con Nettuno e le sue influenze gravitazionali, Plutone divide la sua orbita seppur stabile con altri oggetti della cintura di Kuiper, come asteroidi e comete con dimensioni confrontabili con i suoi 2370 chilometri di diametro.
Dando per assodato che la dominanza orbitale è un parametro che Plutone non può soddisfare, sembra evidente il suo declassamento. Spulciando tra gli ultimi 200 anni di pubblicazioni scientifiche però Metzger ha scoperto che il criterio dell'”orbita pulita” per classificare i pianeti venne utilizzato solo nel 1802.
In tutti gli altri casi, lo status di pianeta veniva attribuito nonostante la mancanza di questa condizione, motivo per cui secondo lo scienziato il declassamento di Plutone è illegittimo. Nella precedente letteratura scientifica persino Titano ed Europa vengono classificati come pianeti fin dai tempi di Galileo Galilei.
Ma come definire allora un pianeta? La proposta di Metzger è quella di creare una classificazione che sia basata su proprietà intrinseche, piuttosto che su proprietà dinamiche e soggette facilmente a variazioni come appunto le loro orbite, visto che nessun pianeta sarebbe in grado d’avere orbite pulite.
Per Metzger dunque sarebbe sufficiente classificare i pianeti in funzione al secondo criterio, cioè che la loro gravità sia tale da raggiungere una forma sferica. Declassare Plutone a pianeta nano, sottolineano poi gli scienziati, significa anche non riconoscergli tutte le grandi peculiarità geologiche che possiede.