Ancora insormontabile si distingue, al centro dell’immagine, la vetta anticiclonica europea a 1025 hPa. Il suo settore di influenza si sta spostando sempre più verso est, unendosi ai due picchi barici del Mar Nero a 1041 e 1043 hPa.
L’avvento prepotente del fronte polare nordatlantico sui settori nord-occidentali del Continente ha disgregato lentamente l’imponenza azzorriana soprattutto in Francia disgiungendola parzialmente dal picco barico iberico a 1026 hPa.
Al largo delle coste scozzesi risplende oggi una ritrovata alta pressione a 1012 hPa, intenta a subire subito gli attacchi occidentali della depressione oceanica a 983 hPa già in forma occlusiva.
Sull’Italia si mette in mostra in tutta la sua importanza il ciclone depressionario tunisino. Oggi il suo cuore (1001 hPa) batte sopra il Tirreno Meridionale, allungando i suoi tentacoli sino alle Regioni settentrionali.
Placati definitivamente i venti polari, il settore settentrionale europeo gode oggi di una ritrovata alta pressione. I cieli britannici sono sgombri da nubi anche se da occidente si osservano le nubi cariche d’acqua che tendono già di prima mattina ad innaffiare Dublino.
Dell’attacco frontale bretone e galiziano della giornata di ieri si hanno, oggi, solamente cieli velati con nuvolosità mediamente diffusa.
Ciò che invece spicca all’osservazione è il vasto settore italo-balcanico sovrastato da nubi dense e minacciose. Si può notare il veloce innalzamento latitudinale delle propaggini settentrionali del ciclone nordafricano.
Contemporaneamente, sulla Penisola Ellenica giungono venti miti ed umidi libici capaci di innalzare le temperature ateniesi e di subissare i territori circostanti con piogge prolungate.