In meteorologia, è risaputo, le stagioni cominciano il 1° del mese considerato. Nel caso della primavera, convenzione meteorologica vuole che la stagione sia cominciata ieri. Diverso, invece, se parliamo di astronomia perché in questo caso l’avvio corrisponde all’equinozio di primavera ovvero il 21 marzo.
Ma allora, perché questa differenziazione? Diciamo che i meteorologi utilizzano il 1° giorno del mese basandosi su cicli di temperatura annuali e sul calendario gregoriano. Secondo i centri Nazionali di informazione ambientale le stagioni meteorologiche sono state create perché quelle tradizionali – astronomiche – hanno lunghezza variabile da 89 a 93 giorni. In questo modo è difficile, se non impossibile, confrontare le statistiche climatiche da un anno all’altro.
Ecco quindi che a livello meteorologico è più opportuno ragionare per trimestri: marzo, aprile e maggio per la primavera, dicembre, gennaio, febbraio per l’inverno, giugno, luglio, agosto per l’estate, settembre, ottobre, novembre per l’autunno.