Non era un temporale e nemmeno un’aurora boreale! I bagliori colorati dal verde al viola, che hanno illuminato il cielo notturno di Città del Messico, sono in qualche modo strettamente legati al devastante terremoto della scorsa notte. Il fenomeno luminoso si è verificato mentre la terra tremava e non è certamente la prima volta che si osserva. Anche in Italia le cosiddette luci telluriche (Earthquake lights) si sono potute ammirare in alcuni dei più forti terremoti, da quello di Messina del 1908 fino al più recente sisma dell’Aquila.
Nella comunità scientifica il fenomeno è molto noto, ma si dibatte tuttora sulle reali cause. Tra le varie teorie prese in considerazione, spicca quella dell’americano Freund, secondo il quale queste luci sarebbero causate da cariche elettriche rilasciate da alcune rocce sottoposte a pressione o dilatazione. Chiaramente, tutto dipende dalla geologia e dal tipo di faglia. Queste cariche interagirebbero con atomi dell’atmosfera, dando così luogo alle colorazioni dal verde al blu del tutto simili a quelle che avvengono, a più alta quota, con le aurore boreali.
Un’altra teoria è quella sostenuta dal russo Sergey Pulinets, che fa riferimento al rilascio di gas radon, ma in questo caso i lampi nel cielo dovrebbero verificarsi diversi giorni prima del terremoto, poiché questo apparterrebbe più alla classe dei segnali premonitori del terremoto. Per quanto concerne quanto accaduto in Messico, la spiegazione di Freund appare pertanto più plausibile: a Città del Messico c’erano anche nubi basse ed alta umidità, le condizioni per vedere il fenomeno erano più favorevoli. Più alta è la magnitudo e più si possono verificare questi fenomeni.