Marzo segna l’avvio della primavera meteorologica, ma in sostanza è un mese che mantiene delle caratteristiche prettamente invernali. In taluni casi può persino presentare ritorni di gelo estremo e non semplici colpi di coda dell’inverno.
L’inverno è quindi talvolta capace di grandissime performance in questo mese. Abbiamo recentemente analizzato l’avvio del marzo 2005 da brividi, ma altre ondate di grande freddo si sono verificate anche più di recente come nel 2010 e anche nel 2007 quando ormai eravamo verso la fine di marzo.
Tornando ancora più indietro, si ricordano annate ben più estreme in fatto di gelo. Fra queste, oggi approfondiamo il discorso sul marzo 1971, certamente uno dei mesi passati alla storia climatica italiana, oltre che europea.
La prima decade di quel marzo di ben 47 anni fa trascorse con temperature glaciali, specie al Nord (sotto i -10°C su Torino), e abbondanti nevicate in pianura su molte aree dell’Italia, al Centro-Sud. L’ondata di freddo scaturì dall’ingresso un potente nucleo d’aria gelida continentale, nella mappa sopra riferita al 7 marzo.
La fase clou entrò nel vivo a partire dal 3 marzo: a Roma Urbe inizierà a nevicare consecutivamente per 5 giorni, lasciando al suolo un totale di ben 18 cm di neve fresca. Sempre Roma raggiunge la temperatura più bassa il giorno 3 toccando i -4.9°C, quasi bissati dai -4.8°C registrati poi il giorno 7. E fu solo l’inizio…
Il giorno 5 nevicò su Napoli, con la neve che cadde sul capoluogo campano addirittura per ben 3 giorni di seguito. A Trieste, nello stesso giorno, la temperatura raggiunge il picco di -6.3°C, con la massima fissata a -0.7°C: giornata di ghiaccio con super sferzante vento di Bora.
Il giorno 6 nevicò poi a Rimini, Firenze, di nuovo a Roma, persino a Cagliari dove l’evento è rarissimo con lunghi tempi di ritorno in inverno, figuriamoci a marzo. La neve continuava a cadere senza sosta anche su Bari e Napoli, evento del tutto inusuale.