Se in Italia la mortalità per i fulmini è bassa e segnalata in calo, non è così in diverse altre parti del mondo. Negli ultimi due mesi, sono più di 120 le persone che hanno perso la vita in Bangladesh durante i temporali.
Questa situazione non è un fenomeno eccezionale, se si considera che in Bangladesh ogni anno sono centinaia i morti e nel 2010 sono stati oltre mille i decessi. La maggior parte delle vittime registrate negli ultimi due mesi vivere in aree rurali del paese, mentre nessun morto si è avuto sulla capitale Dacca.
La mortalità è altissima in questo periodo, perché il periodo fra aprile e giugno è quello più caldo dell’anno. In questo frangente si passa improvvisamente dalla stagione secca a quella delle piogge, con lo scontro dell’aria umida con i venti secchi da nord/ovest che porta alla genesi delle grandi nubi temporalesche.
I fulmini sono un grave problema che si aggiunge alla lista dei disastri che affliggono il Bangladesh e che si verificano in seguito alle violente piogge, con inondazioni e frane. Purtroppo, le persone fanno ben poco per evitare di essere colpiti dalle saette, andando ad esempio a ripararsi sotto gli alberi.
In genere, il riscaldamento del Pianeta sta portando ad un aumento dei fulmini. Il trend è questo anche in Italia, dove però le morti sono calate per una serie di fattori. Secondo uno studio dell’Università di Berkeley del 2014, i fulmini potrebbero aumentare del 12% per ogni grado d’aumento della temperatura del pianeta.