La costanza con cui l’azione depressionaria oceanica preme sul Continente non permette, allo stesso, una piena stasi meteorologica. L’anticiclone Peggy a 1019 hPa viene spintonato verso le Repubbliche Baltiche dall’incessante spinta frontale fredda occidentale. Le fruste con cui la depressione Ollie a 982 hPa colpisce l’intero versante oceanico europeo si protraggono sino alla Penisola Iberica.
L’arrembante avvento sopra i cieli britannici di Ollie ha costretto le altre due imponenti depressioni settentrionali ad innalzarsi di latitudine. Michael veleggia ormai in terra artica e Norbert sorvola l’estremità settentrionale norvegese con i suoi 1007 hPa, lasciando le sue propaggini baltiche a 1015 e 1016 hPa ad affrontare l’innalzamento nord-orientale di Peggy.
Sull’Italia vige ancora una giornata determinata di variabilità. L’assenza di vento non permette il diradamento della sottile depressione in quota. Questa si trova ingabbiata sopra le nostre Regioni centro-meridionali, sovrastandole con una leggera opposizione frontale delineata sulla Sicilia.
L’instabilità mediterranea è segnata da nubi basse che offuscano e ricoprono di rovesci sparsi i settori tirrenici meridionali.
L’ampiezza anticiclonica che ricopre gran parte dell’Europa viene ridotta dal robusto ed incalzante fronte freddo atlantico. Nubi dense fredde invadono il Regno Britannico e la Francia occidentale sino a buttarsi in Terra catalana.
Ovunque, grazie al passaggio prolungato anticiclonico, si riscontrano alte temperature, protratte sino alle aree scandinave, nuova sede di Peggy, allontanando verso l’artico i possibili tentativi destabilizzatori ciclonici.