L’estremizzazione meteo è un problema che ogni anno affligge migliaia di persone, pertanto ce ne occupiamo spesso a raccontare di tali fatti. Ma è utile ogni tanto parlare anche di altri problemi dell’umanità, uno su tutti l’utilizzo errato di materie plastiche.
Come si saranno accorti i lettori, non ho dichiarato il fatto che il problema sia la plastica in sé, bensì l’uso eccessivo che se ne fa e soprattutto l’usa e getta, unito alla grave inciviltà di chi l’abbandona nell’ambiente.
La plastica è un materiale formidabile: leggerissimo, estremamente malleabile, colorabile, può assumere qualsiasi forma, costa poco e resiste molto bene ad agenti meteo esterni. Vige però il problema che, con una tale resistenza straordinaria, va a deteriorare l’ambiente qualora venisse accidentalmente o consapevolmente abbandonata.
Il problema è sostanzialmente dell’uso eccessivo che se ne fa, ovvero che è presente dappertutto e avvolge qualsiasi cosa, oltretutto il problema dell’usa e getta non è una cosa da poco, poiché aumenta esponenzialmente il numero di rifiuti e le emissioni di anidride climalteranti.
Il dramma principale, però, resta sempre quello dell’inciviltà, di chi abbandona oggetti in plastica (volendo vedere qualsiasi oggetto non biodegradabile) e anche di quei paesi non sviluppati che non hanno raccolte differenziate e producono tanti rifiuti che vanno a finire nei fiumi, nel mare e negli oceani.
Il problema delle plastiche e della loro distruzione in piccoli frammenti chiamati microplastiche è un problema epocale, uno dei più gravi in assoluto della storia dell’umanità: serve riflettere anche su questo e sui danni che un singolo elemento può provocare alla natura.