METEO STAGIONALE. Il problema delle previsioni meteorologiche è quello della loro inaffidabilità, crescente col passare del tempo; già a 120 ore l’attendibilità di una previsione decade rapidamente, nonostante tutti i progressi modellistici, mentre a 15 giorni, o addirittura ad un mese o due l’attendibilità è quasi nulla.
Ovverosia lanciando una moneta a caso si ottiene lo stesso successo (50%) delle previsioni mensili e stagionali al momento disponibili.
Il problema è che aziende, agricoltori, lavori all’aperto, necessitano di sapere con precisione le condizioni del tempo anche a lunghissimo termine per poter programmare le loro attività.
Ebbene, è di pochi giorni fa la notizia che uno studio dell’Università di Amburgo è stato pubblicato sul Geophysical Research Letters, annunciando che, per la prima volta, “Sono prevedibili gli inverni europei a distanza di tre mesi”.
Si tratta di considerare quattro principali punti di studio: ovverosia l’intensità del Vortice Polare, l’estensione della copertura nevosa in Siberia tra Ottobre e Novembre, la temperatura dell’Atlantico Settentrionale e l’estensione del Ghiaccio marino Artico.
In effetti, una grande copertura nevosa siberiana è in grado di interferire con la velocità è struttura del Vortice Polare indebolendolo; la temperatura dell’Atlantico settentrionale più bassa della norma fa entrare aria più fredda da ovest assieme alle perturbazioni atlantiche.
Ed anche l’estensione del ghiaccio polare artico può far diminuire le temperature delle masse d’aria da nord che eventualmente arrivano sull’Europa durante la stagione invernale.
L’accuratezza di tali previsioni raggiungerebbe l’80% (teorico, risultato ottenuto confrontando la previsione con eventi invernali passati).
Secondo questi studiosi, l’elemento più critico sarebbe l’estensione della copertura nevosa in Siberia alla fine dell’Autunno, che già da sola sarebbe in grado di influire sull’andamento della stagione invernale in Europa.
Questo genere di previsioni avrebbe un successo molto superiore rispetto a quello raggiunto dai modelli matematici stagionali quali quelli ECMWF e CFS, e si basa praticamente sulle “teleconnessioni”, cioè fenomeni che si verificano in un Continente grazie a quello che avviene molto lontano da esso.
L’incertezza, tuttavia, rimarrà sempre, non esiste una bacchetta magica che ci dica con assolutezza cosa succederà il prossimo inverno.