Le pagine di molti notiziari di massa stanno giustamente facendo un focus sul disastro che sta accadendo in Sud America: gravissimi incendi, aiutati dal meteo piuttosto secco, stanno distruggendo molte aree di foresta.
Permettiamo subito una cosa: non ci addentriamo in opinioni e discussioni politiche, in quanto ci sono accordi e trattati internazionali che trattano anche di responsabilità dei vari governi, ma vogliamo soffermarci su come sia possibile che divampino questi incendi.
Come sempre la mano dell’uomo: la colpa è SEMPRE umana, a parte rarissimi casi dove particolari condizioni meteo possono far scaturire incendi spontanei (è successo in alcune zone dell’Australia nell’estate scorsa, ma ovviamente sono la stragrande minoranza).
Il problema è che la stagione secca incentiva il divampare di incendi e soprattutto le scelte decisamente discutibili di molti governi hanno minimizzato il problema (non dimentichiamoci la difficoltà della terribile estate 2017 per i nostri Vigili del Fuoco, che hanno fatto un grosso lavoro per arginare quella terribile ondata di fiamme).
Oltre alle gravissime perdite di biodiversità, ci potrebbero essere delle conseguenze sul meteo mondiale: le grandi quantità di anidride carbonica che emettono gli incendi aumenterebbero ulteriormente la quantità di CO2 presente in atmosfera, con conseguenti feedback positivi per quanto riguarda il riscaldamento globale. In altre parole, quest’ultimo viene ulteriormente favorito anche da incendi: non dimentichiamoci, infine, che purtroppo non è un problema solamente di questi giorni, ma è un problema ormai da decenni, solo che (per fortuna, almeno quello) ultimamente se ne parla molto.