I lettori appassionati di tempo e fotografie al cielo si saranno accorti che in questi giorni il meteo è particolarmente anonimo: ogni giornata è uguale a quella precedente, con cielo ostinatamente sereno, assenza di nuvole (e ovviamente di precipitazioni) e assenza di ventilazione.
Queste sono le tipiche condizioni di alte pressioni ben strutturate sul nostro paese: un promontorio di questa natura inibisce qualsiasi tipo di precipitazione, poiché limita al minimo i moti convettivi dell’atmosfera (quelli che portano alla condensazione del vapore acqueo e alla successiva caduta di piogge). Di conseguenza, l’aria, rimanendo ferma e non potendo disperdersi negli strati più alti dell’atmosfera, ristagna e con sé rimangono intrappolati nei bassi strati inquinanti, foschie e caligini.
Pertanto, in queste condizioni meteo, la visibilità orizzontale nei bassi strati diventa abbastanza limitata, proprio perché inquinanti e fumi rimangono intrappolati nei primi 500-700 metri di atmosfera (conosciuti come strato limite planetario, un importante fascia dell’atmosfera dove si concentrano la stragrande maggioranza degli abitanti del mondo).
I lettori abituati ad andare in montagna, invece, si renderanno conto che al di sopra di questa quota la visibilità diventa ottima, il cielo perfettamente azzurro e non ci sono fumi e foschie: questo perché gli strati superiori allo strato limite planetario non vengono interessati da fenomeni di subsidenza e pertanto il rimescolamento atmosferico è sicuramente maggiore rispetto alle pianure e ai fondovalle.
Cappa di fumi e inquinanti nel primo chilometri di strati, cielo azzurro al di sopra (fonte Centro Geofisico Prealpino).