Il tepore di febbraio aveva fatto immaginare che il meteo stesse percorrendo una comoda strada verso un’esplosione anticipata della primavera. Noi vi avevamo messo sull’avviso sottolineando che quel caldo anomalo prima o poi avrebbe subito una battuta d’arresto e così eravamo stati buoni profeti.
Ora lo scenario di marzo ha infatti subito un progressivo cambiamento, fino ad arrivare all’attuale ribaltone, tanto che l’Italia è di botto finita sotto tiro d’impulsi d’aria fredda polare. Le temperature hanno subito un brusco calo anche d’oltre 10 gradi, riportando l’inverno che era scomparso così prematuramente.
Certo, non tutta Italia sta sperimentando condizioni meteo davvero invernali. Il Nord si trova coinvolto solo marginalmente da questi impulsi d’aria fredda in discesa da nord-nord/ovest, grazie alla barriera alpina che fornisce un riparo protettivo non da poco.
L’improvviso ritorno del freddo vuol dire anche temporali, poichè a marzo i contrasti termici iniziano a divenire esplosivi. Si generano infatti contrapposizioni fra masse d’aria radicalmente diverse, quelle dalle latitudini polari e le prime vampate di caldo africano.
La primavera è questo, vi è poco da sorprendersi. Il ritorno del freddo dopo il caldo può lasciare sbalorditi, eppure in passato è successo di molto peggio, in quanto a freddo tardivo arrivato a seguito dei primi veri caldi di stagione.
Un esempio eclatante si è avuto nella primavera 2001, stagione bizzarra nella quale si sono rincorsi episodi meteo davvero estremi. A fine marzo il caldo estivo aveva colpito il Sud con punte di oltre 35 gradi in Sicilia, mentre appena due settimane dopo in pieno aprile l’Italia tornava sottozero con neve a bassa quota.
Cosa significa tutto questo? La primavera, che nell’immaginario collettivo è fatta di tanto sole e piacevole tepore, in realtà è tutt’altro, nel senso che può avere innumerevoli volti, tra cui quello freddo e perturbato ancora invernale e con la neve che può posarsi sulle prime fioriture.
Non vi è un andamento regolare verso la crescita termica che poi porta all’estate, ma ci possono essere brusche frenate. In questo senso si inseriscono i colpi di coda tardivi dell’inverno, che più volte abbiamo visto manifestarsi sino ad aprile.