Attenzione attenzione, qualcosa sul fronte meteo potrebbe cambiare. Si parla tanto di Alta Pressione, giustamente, si fa un gran parlare del caldo africano, giustamente, ma forse da oggi si inizierà a parlare del rischio temporali.
Un rischio che non va minimamente sottovalutato. In Europa il mese di giugno è stato terribile: inondazioni, devastanti grandinate, caldo e poi freddo, chi più ne ha più ne metta. In Italia tutto sommato ce la siamo scampata ed è meglio così, perché dover commentare certe situazioni meteo non sarebbe simpatico.
Però ora ci vediamo costretti a dover affrontare l’argomento. Nulla è ancora scritto, questo sia chiaro. Stiamo ragionando sulla base delle ultimissime corse dei modelli fisico matematici. Cosa si evince dalle mappe? Qualcosa di molto interessante, ovvero l’Alta Pressione potrebbe non avere il controllo assoluto. Ciò che preme evidenziare è che i più importanti centri di calcolo internazionali hanno improvvisamente inserito dell’aria fresca.
Aria fresca che non andrebbe a smantellare la figura anticiclonica, questo sia chiaro, ma andrebbe comunque a disturbarla e visto il lago d’aria caldo umida presente si accenderebbero contrasti termici preoccupanti. Contrasti termici, lo sappiamo, si traduce in temporali, quindi con aria tanto calda basterebbero pochi spifferi d’aria fresca per scatenare il finimondo.
Volendo andare un po’ più nel dettaglio diciamo che la crisi temporalesca potrebbe realizzarsi dal 25 giugno in poi, quando una piccola ansa d’aria fresca transiterebbe al Nord Italia e successivamente scivolerebbe lungo l’Adriatico. Nord e regioni orientali della Penisola sarebbero le aree a rischio temporali.
Non temporali qualunque, qui si parla di temporali in grado di causare disagi. Disagi per i potenziali nubifragi, disagi per le potenziali grandinate, disagi per i potenziali colpi di vento. Che c’è di vero dietro queste proiezioni? Sicuramente c’è qualcosa di sensato, difatti viste le costanti intrusioni temporalesche al di là delle Alpi basterebbe davvero poco a determinarne lo sconfinamento verso sud. Ed è quello che lasciano intendere le mappe odierne.
Non sappiamo se tutto ciò si realizzerà o meno, sappiamo però che seguiremo con molta attenzione l’evoluzione perché potrebbe rappresentare potenzialmente un punto di svolta. Un punto di svolta in direzione di quel mese di luglio che in tanti vorrebbero all’insegna della normalità.
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