Mentre in Europa prevalgono vastissime anomalie termiche positive (), negli Stati Uniti è il freddo a fare da padrone: continue fasi meteo rigide, originate da discese di aria gelida dal Canada, hanno interessato le prime tre settimane di novembre.
Ed ecco che allora il Continente Nordamericano registra anomalie termiche negative davvero impressionanti, soprattutto per estensione: ha fatto notizia l’ondata di freddo e neve a New York, ma non sono da meno le tempeste di freddo degli Stati centrali.
Sorge spontanea la domanda: il riscaldamento globale dov’è finito? La risposta è c’è, ECCOME.
Intanto una tale anomalia fredda nordamericana è comunque bilanciata da vastissime anomalie calde europee; in secondo luogo, 21 giorni di meteo freddo su una piccola porzione di Pianeta non significa che faccia freddo dappertutto; in terzo luogo i cambiamenti climatici si studiano a livello globale e su scale temporali di 30 anni, non su tre settimane.
Diffidiamo quindi dell’equazione gelo = niente global warming; anzi, quest’ultimo potrebbe pure accentuare le fasi di meteo estremo, esattamente come successo da noi negli ultimi due infausti mesi (si veda la lunga serie di eventi alluvionali dettati dal mare troppo caldo).
Anomalie termiche delle prime due settimane e mezzo del mese di novembre sugli USA (cortesia: WeatherBELL); vastissime aree di meteo gelido, che però non sono in contrasto con il riscaldamento globale.