Le condizioni meteo hanno subito un autentico stravolgimento. Pensiamo un attimo a dov’eravamo un mese fa…
All’epoca si guardava con estremo interesse alle vicissitudini atmosferiche, in particolare al Vortice Polare e al possibile split. Si scrutavano certi movimenti come unica ancora di salvezza, c’erano svariati elementi che suggerivano un possibile sblocco della situazione ma ovviamente erano ancora speranze.
Venivamo da un mese, gennaio, che dopo un dicembre freddino e moderatamente perturbato aveva ripristinato le vecchie abitudini. Poi, pian piano, i tasselli si sono incastrati nel modo giusto e il collasso del Vortice Polare ha condotto a tutto quel che sappiamo. Siamo usciti da gelo e neve da qualche giorno, in particolare le regioni del Nord, ma stavolta non c’è stata tregua perché il risveglio dell’Atlantico ha innescato il ritorno – in grande stile – delle perturbazioni occidentali.
Perturbazioni che rappresenteranno il tema dominante dei prossimi giorni, perturbazioni che riporteranno quelle grandi piogge che mancavano da tempo. Non trascuriamo quest’elemento, perché la siccità dell’anno scorso – aggiungiamoci gennaio 2018 – è stata devastante e benché ultimamente abbia piovuto e nevicato su alcune regioni persiste una carenza idrica non di poco conto. Ora, guardando i modelli matematici di previsione, scorgiamo quello che in gergo definiamo “treno di perturbazioni” e fidatevi perché non lo si vedeva da tempo.
Pioverà, nevicherà sui monti, insomma cadrà tanta acqua. In forma liquida e in forma solida. Non solida alle basse quote, perlomeno non al Centro Sud, ma l’importante è che le nostre risorse idriche possano tirare finalmente un bel sospiro di sollievo. E non scordiamoci una cosa, ovvero che il cambiamento circolatorio dettato dal terremoto atmosferico potrebbe riverberarsi davvero a lungo. I presupposti perché subentri una nuova fase climatica ci sono, ora vedremo se le promesse verranno mantenute o meno.