Il meteo di lunedì sarà ancora una volta caratterizzato da un episodio di fohn al Nord Italia: la differenza rispetto a quello presente ieri è che sarà molto più mite.
Come mai?
Il fohn si origina in due casi, molto diversi tra loro.
Il primo è quando c’è *un’irruzione fredda* o gelida (è stato il caso di ieri), dove, nonostante ci sia un riscaldamento nei bassi strati, non si superano i 10 gradi, con aria secchissima;
il secondo accade quando le isoipse del geopotenziale si posizionano in maniera perfettamente perpendicolare alla catena alpina: ciò significa che i fronti (che seguono queste linee immaginarie del geopotenziale) impattano perpendicolarmente alla catena: essi, provenendo dall’Atlantico, sono piuttosto miti, pertanto il fohn che si origina dal lato sottovento la catena alpina è molto più caldo rispetto a quello dovuto a un’irruzione polare.
Lunedì vivremo il secondo caso: come si può vedere dalla cartina non ci sarà una fase meteo particolarmente fredda, ma semplicemente il flusso dei fronti sarà ancora una volta sfavorevole per le precipitazioni al nord.
Nonostante ci possano essere primi segnali di cambiamento a partire dalla seconda metà della settimana, ciò non toglie che dal primo di dicembre (inizio inverno meteorologico) siano state veramente scarse le precipitazioni al Nord Italia: il problema, come già diverse volte sottolineato, non sta tanto nella mancanza di precipitazioni liquide e nevose (poiché non è così infrequente nella stagione invernale), quanto nell’esagerato numero di episodi di fohn, un vento troppo caldo e troppo secco che aridifica eccessivamente suoli e vegetazione e fa aumentare esponenzialmente il rischio di incendi, fatto purtroppo di cronaca di questi giorni e di inverni particolarmente secchi.