L’estensione del ghiaccio artico ha raggiunto lo scorso 18 settembre la minima estensione annuale, risultando essere il secondo dato peggiore di sempre, da quando abbiamo il costante monitoraggio dei satelliti risalente al 1979.
Le notizie sul fronte dei ghiacci polari dell’Artico non sono quindi per nulla buone, ma erano nelle attese e non fanno altro che conferme il trend negativo complessivo. Il 2019 si è piazzato di un soffio davanti al 2007 e al 2016 come secondo anno di minore estensione dei ghiacci. Peggio ha fatto solo il 2012.
L’estensione minima è stata raggiunta quattro giorni dopo la data considerata mediana del 1981-2010, che è quella del 14 settembre. Le 13 estensioni più basse dell’era del satellite si sono verificate tutte negli ultimi 13 anni, a conferma dell’indiscutibile trend indirizzato al declino costante.
L’estensione del 2019 risulta essere di 2,10 milioni di chilometri chilometri al di sotto rispetto alla media d’estensione del periodo 1981-2010. Il minimo raggiunto quest’anno è di 760 mila chilometri quadranti al di sopra dell’estensione minima peggiore registrata il 17 settembre del 2012.
Nel dettaglio ecco la classifica delle estensioni minime del ghiaccio artico (milioni di chilometri quadrati):
2012: 3,39 (17 settembre)
2009: 4,15 (18 settembre)
2007: 4,16 (18 settembre)
2016: 4,17 (10 settembre)
Ad essere in crisi non è solo il ghiaccio marino stagionale, quello cosiddetto più sottile. Ormai anche gran parte del ghiaccio di maggior spessore sta subendo una forte riduzione. Una minore presenza dei ghiacci determina inevitabilmente un maggiore assorbimento del calore solare da parte dell’oceano.