Un tentativo, il primo dopo un mese che sotto l’aspetto delle condizioni meteo non ha proposto nulla d’invernale.
Lo ripetiamo, non fatevi ingannare dalle mastodontiche nevicate alpine. A prescindere dalla quantità, in qualche caso eccezionale, il quadro generale era somigliante all’autunno. Altrove, invece, se dovessimo limitarci alle sole temperature si potrebbe tranquillamente affermare che il contesto era addirittura primaverile. E lo è tutt’ora.
Quindi detto che tra dicembre e gennaio è pari e patta, la palla passa in mano a febbraio. Cosa accadrà? Si andrà avanti così o avremo uno sblocco della situazione? Chiaro, per rispondervi non possiamo che far altro che osservare i modelli matematici di previsione e analizzare con dovizia di particolari le complesse dinamiche atmosferiche.
Un’analisi comparata che ci porta speranza, ottimismo. Ottimismo verso un cambiamento importante, non necessariamente direzione freddo, ma verso una ritrovata dinamicità – che poi è quella che ha caratterizzato il primo mese d’inverno – questo probabilmente avverrà. Se poi vogliamo andare oltre, magari dando cenno di qualche mirabolante proiezione modellistica, possiamo dirvi che potrebbe anche scapparci una fase fredda rilevante.
Ma onde evitare false illusioni fermiamoci qui, fermiamoci alla ritrovata dinamicità che di per sé sarebbe già una conquista non di poco conto. Rammentiamoci che abbiamo bisogno di tanta pioggia perché la siccità che attanaglia molte regioni è ben lungi dall’essersi risolta, non se ne parla più o se ne parla poco ma la carenza idrica è un qualcosa che ci stiamo portando avanti da oltre un anno.
Una mano in tal senso potrebbe arrivare anche dalla neve, anzi, qualora dovesse effettivamente tornare copiosa sulle nostre montagne del Centro Sud e insulari andrebbe a costituire una preziosa riserva in vista della stagione secca. Capite bene, pertanto, che sperare in un mese invernale a pieno regime serve a tutti. A prescindere dai propri gusti personali.