Meteo estremo. In Italia si è diffusa la notizia che l’Uragano Ophelia è responsabile dei disastrosi incendi che domenica 15 ottobre hanno devastato il Portogallo, dove ci sono state anche decine di vittime e molti feriti (i morti sono 31 e oltre 50 feriti). Pensate che in 24 ore sono stati registrati circa 300 incendi, di cui 32 di grosse dimensioni.
Vi riportiamo l’intervista al Dipartimento di Meteorologia e Geofisica di IPMA.
I terreni nella maggior parte del Portogallo continentale “sono così secco che non vi è alcun rilascio di umidità in atmosfera. Per intenderci non c’è alcuna evaporazione d’acqua nell’atmosfera”. Siamo nella peggiore siccità da circa cento anni.”
“Il Portogallo è una regione umida in ottobre, con tassi di umidità medi che in questo periodo dovrebbero essere prossimi al 60% al 70%, ma nella giornata di domenica i valori erano generalmente inferiori al 25% ed in molte località sotto il 10%. Ciò significa che c’erano le condizioni favorevoli per la diffusione di incendi boschivi, soprattutto nel centro e nel nord del paese. Sono tassi di umidità che solo strumenti di laboratori possono misurare con precisione.”
Secondo l’autorità nazionale di protezione civile più di 300 incendi boschivi si sono attivati nella sola giornata di domenica, con temperature eccezionalmente elevate. Segnaliamo 32 gradi a Porto e Viseu, 33 gradi a Aveiro e Coimbra, 34 gradi a Braga e Leiria, Santarém 38 gradi.
Tutta l’Europa occidentale è interessata da un’ondata di caldo anomalo che si è portata anche in Francia e nel sud dell’Inghilterra.
Ma la causa dell’ondata di calore del Portogallo continentale non ha nulla a che fare con l’uragano, perciò le vittime e le conseguenze dell’evento, non sono riconducibili all’Uragano.
Articolo realizzato con il supporto di sapo.pt.