Non c’è periodo dove non ci siano episodi di meteo estremo: non stiamo parlando solo di fenomeni temporaleschi o burrasche di vento violentissime, ma anche di tipi di tempo diametralmente opposti gli uni accanto agli altri.
Prendiamo l’esempio di questo folle inverno: dicembre ha portato piogge estreme (3-5 volte la media in alcune regioni del Nord), poi di colpo “si sono chiusi i rubinetti”, nel senso che ha smesso quasi del tutto di piovere e si prospetta addirittura l’incubo siccità.
Ma come: tre mesi fa parlavamo di piogge estreme, terreni zuppi saturi, frane e smottamenti e ora si parla di conclamata crisi idrica? Ma cosa sta succedendo al nostro clima? Sta semplicemente diventando sempre più estremo, sempre più imprevedibile. In una parola: irriconoscibile.
Questi episodi meteo così severi non sono nuovi, difatti siccità e alluvioni sono sempre accadute: quello che preoccupa sono la FREQUENZA di tali eventi estremi e il loro ACCOSTAMENTO: finito uno, inizia l’altro.
Per ora, come già spiegato più e più volte nelle nostre tendenze meteo a medio e lungo termine, non si vede una fine alla siccità: quest’ultima è un fenomeno subdolo, ovverosia non si sa quando finisce, perché spesso non basta una sola perturbazione a colmare il deficit idrico di 2-3 mesi.
Sappiamo però com’è finita la grave crisi idrica del 2019, con un trimestre (ottobre, novembre e dicembre) ricco di piogge estreme, dove non vedevamo l’ora che smettesse di piovere. E adesso eccoci qui, a implorare l’arrivo di qualche perturbazione. Sperando che, quando arriverà, non sia l’inizio di una fase meteo estremamente piovosa e magari ci chiederemo tutti quando smetterà di piovere…