[color=#333333; font-size: 1rem]Il [/color]meteo[/b][color=#333333; font-size: 1rem] dell’inverno passato e di questo inizio di primavera è stato ben poco favorevole a episodi piovosi e nevosi al Nord:[/color] piogge e nevicate si sono concentrate in maniera emblematica in pochissimi episodi[/i][color=#333333; font-size: 1rem], mentre sono stati lunghissime le [/color]fasi meteo completamente asciutte[/b][color=#333333; font-size: 1rem], oppure dettate da correnti da nord, secche e tese.[/color]La conseguenza ovvia è che si è venuto a creare un marcato deficit idrico.
Teniamo subito a precisare una cosa: la situazione è piuttosto critica anche se non estrema, soprattutto in relazione alla siccità di due anni fa e anche ad altre siccità avute i decenni passati.
Quello che preoccupa, però, non è tanto lo stato attuale, quanto quello futuro: se non dovessero riprendere i fronti perturbati nella stagione primaverile, sarà molto critica la situazione in estate, proprio perché negli ultimi decenni quest’ultima stagione è diventata estremamente calda e altrettanto asciutta.
Accumuli pluviometrici annuali per Aosta e Varese (cortesia CFVDA e CGP): si nota il marcatissimo deficit idrico per ambedue le città e ci avviciniamo al caso peggiore di sempre: ci auguriamo una svolta meteo nelle prossime settimane.
La domanda che sorge spontanea è: le siccità stanno aumentando?
Ci sono diversi studi di settore, dettati da osservatori meteo locali: Torino e Varese sono due città decisamente protette dalle Alpi, nonché particolarmente sensibili ad eventuali cambiamenti meteo; in ambedue i casi è stato riscontrato che le siccità invernali sono piuttosto frequenti e non possiamo dire che ci sia un trend particolare, sebbene si siano verificate anche in stagioni completamente inusuali come l’autunno.
Quindi in linea di principio le siccità nei mesi tipici sono rimaste pressoché le stesse, mentre sono aumentate nei mesi inusuali (primavera inoltrata e autunno). Teniamo però presente una cosa: se fa più caldo, evapora più acqua e al tempo stesso ne piove più violentemente in meno tempo, quindi se ne accumula di meno nelle falde.
In altre parole, a parità di precipitazioni cadute in un anno, è più facile incappare in una siccità quando piove in meno giorni e più violentemente piuttosto che quando le piogge sono ottimamente distribuite durante l’anno.