Proponiamo sempre il delicato argomento di legami tra coronavirus e condizioni meteo: in questi casi dobbiamo usare il condizionale, poiché COVID 19 è ancora uno sconosciuto per la comunità scientifica, ma i ricercatori delle università di tutto il mondo stano facendo il possibile per capire come si diffonderà nel corso delle prossime settimane e se troverà ostacoli nel suo dilagare.
Alcuni recenti studi dell’Università del Maryland (USA) confermerebbero quanto supposto da alcuni virologi italiani, i primi a chiedersi eventuali collegamenti col meteo insieme ai colleghi cinesi. Il caldo sarebbe un valido alleato, perché Covid 19 si estenderebbe con maggior facilità con una temperatura media che oscilla tra i 5 e gli 11 gradi (dati presi direttamente dallo Studio). Un clima più caldo ne rallenterebbe l’espansione, soprattutto se c’è di mezzo l’umidità.
Attenzione però a due cose: la prima è che queste sono ancora supposizioni. Si tratta soltanto di pochi studi, per giunta non ancora validati universalmente, poiché non abbiamo ancora avuto caldo prolungato; la seconda è che, quando arriveranno i primi 30 gradi di stagione, non è affatto detto che il virus si disattivi di colpo, ma diventa meno “cattivo” e quindi è più difficile rimanere infettati, ma non del tutto impossibile.
Come succede in questi casi, invitiamo i lettori a seguire sempre i dettami delle Autorità e della Protezione Civile, sia perché altrimenti si incorre in sanzioni anche importanti, sia perché è una questione etica e morale nei confronti dei soggetti più deboli. Più siamo a seguire questi comportamenti e prima ne usciamo.