CLIMA E METEO: l’estate del 2019 si è conclusa con la seconda minore estensione di sempre dei ghiacci polari artici dopo quella del 2012.
La stagione è proseguita con una notevole carenza dei ghiacci marini polari artici rispetto alla norma, e, nello scorso mese di Ottobre, la banchisa polare ha registrato il proprio minimo assoluto rispetto alla media mensile.
L’estensione è stata inferiore anche rispetto a quella del 2012 ed anche rispetto a quella del 2007, con una linea di tendenza che è nettamente discendente, tanto che siamo passati da valori medi di circa 9 milioni di chilometri quadrati negli anni Ottanta, ai circa 6,3 milioni di chilometri quadrati negli anni ’10 del nuovo secolo.
Questa minima estensione stride, tuttavia, con il dato relativo all’innevamento di Ottobre nell’emisfero settentrionale, che è al terzo posto di sempre.
Una teoria sostiene che la banchisa artica meno estesa genera più evaporazione dalla superficie marina libera dalla copertura ghiacciata, e questo, a sua volta, fornisce maggiore umidità che favorisce le grandi nevicate.
Molta neve vuol dire anche maggiore albedo, cioè riflessione verso lo spazio della radiazione solare da parte della superficie terrestre innevata, e questo vuol dire maggiore freddo in zone costantemente innevate quali il Canada o l’Asia settentrionale.
Insomma, meccanismi di feedback che potrebbero portare ad un inverno freddo anziché ad un inverno mite, ma i meccanismi che influenzano il tempo atmosferico da parte dell’estensione della banchisa artica sono ancora in parte sconosciuti, quindi non vi è alcuna certezza in questo senso.