Ci siamo: la stagione invernale si avvicina e nella terminologia meteo sentirete sempre più spesso parlare di Vortice Polare, AO, NAO, PNA, Stratosfera, Troposfera e chi più ne ha più ne metta.
Trattasi di indici climatici o comunque di una terminologia cara ai previsori stagionali. Si cercano indizi, nell’atmosfera, che siano in grado di svelarci tendenze più o meno affidabili. E proprio in questi giorni si scorgono, nelle varie mappe, elementi indicanti il rafforzamento del Vortice Polare. Quel trottolone ciclonico che, nel semestre freddo, prende piede sul Polo Nord condizionando il quadro meteo climatico di un intero emisfero.
Il suo rafforzamento, in questo periodo, è normale: le ore di luce polare diminuiscono, la radiazione solare non riesce a riscaldare l’atmosfera ed ecco che il processo di raffreddamento accelera. Ciò fa si che il Vortice Polare si compatti, girando più velocemente e trattenendo a sé il freddo. Or bene, le proiezioni indicano un corposo raffreddamento strutturale ma al momento non sembrano esserci i presupposti per condizionamenti importanti alle quote più basse dell’atmosfera.
Peraltro, giusto sottolinearlo, osservando un altro interessantissimo indice possiamo ipotizzare una certa dinamicità atmosferica. Si tratta dell’indice AO, che rappresenta la differenza di pressione – a livello del mare – tra l’Artico e le medie latitudini. E’ atteso posizionarsi in territorio negativo e quando ciò avviene la letteratura contempla lo spostamento del freddo da nord verso sud. Ciò non andrebbe a contrapporsi al raffreddamento del Vortice Polare, perché come detto per il momento non sembra essere in grado di condizionare i piani atmosferici più bassi.
Ovviamente non vi stiamo dicendo che farà sicuramente freddo in Italia. Vi stiamo dicendo che vi sono i presupposti per una fase di dinamicità importante. E ciò, ovviamente, potrebbe servire a portarci precipitazioni a più riprese.